Svizzera

Blocher intende guidare la lotta contro l'accordo quadro

L'ex consigliere federale auspica una fusione tra 'l'Azione per una Svizzera neutrale e indipendente' (Asni) e il comitato 'UE-NO'

(Keystone)
28 agosto 2021
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L'ex consigliere federale UDC Christoph Blocher vuole unire le forze con l'Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI) nella lotta - che lui stesso intende guidare - contro un nuovo accordo quadro tra la Svizzera e l'Unione europea.

Durante un congresso dell'ASNI oggi a Berna, Blocher ha lanciato un appello alla fusione tra quest'ultima e il comitato UE-NO, che si oppone a un'adesione strisciante all'UE, per accrescere la propria efficacia. In qualità di co-fondatore e presidente per molti anni di entrambe le organizzazioni, il "tribuno" zurighese dice di conoscere bene i loro punti di forza e le loro debolezze, in base alla versione scritta del suo discorso.

Sotto la presidenza del consigliere nazionale democentrista Roger Köppel il comitato UE-NO, fondato nel 2013, ha finora adempiuto al suo compito, ha detto Blocher, ma l'ASNI no. Un esame realistico dimostra che con la sola ASNI di adesso non è possibile vincere votazioni popolari.

"Con un accordo quadro la Svizzera rischia di rinunciare definitivamente alla sua sovranità e di abbandonare la democrazia diretta", aveva avvertito l'ASNI in aprile in occasione dell'incontro tra il presidente della Confederazione Guy Parmelin con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen a Bruxelles, aggiungendo che si sta preparando una votazione popolare.

Parmelin - a sua volta esponente dell'UDC - aveva dichiarato concluse le trattative con l'UE. Per il momento il rischio di un attaccamento istituzionale all'Unione sembra allontanato, ma assolutamente non è scomparso, ha detto oggi Blocher.

"Abbiamo ottenuto un'importante vittoria di tappa. La maggioranza della classe politica - ha sostenuto - continua però ad aspirare all'adozione automatica del diritto europeo, al potere decisionale di giudici esteri e alla firma di un trattato traditore della patria, che con la clausola della doppia ghigliottina, di fatto avrebbe compreso un divieto di disdetta".

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