Svizzera

Sparò e uccise 27enne congolese: poliziotto assolto

Dramma di Bex, confermata l’assoluzione dell’agente dall’accusa di omicidio intenzionale. La Corte: legittima difesa. Annunciato ricorso al Tribunale federale.

Losanna, marzo 2021: protesta contro l’assoluzione in primo grado
(Keystone)
19 agosto 2021
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Losanna – Il tribunale cantonale vodese ha confermato l'assoluzione dall'accusa di omicidio intenzionale per il poliziotto che nel 2016 a Bex uccise un 27enne congolese armato di coltello. Il legale della vittima ha già annunciato il ricorso al Tribunale federale.

Come in prima istanza, la Corte cantonale d'appello ha ritenuto che l'agente abbia agito per legittima difesa, e che l'imputazione di omicidio intenzionale non può quindi essere tenuta in considerazione. Per il presidente del tribunale, Marc Pellet, la reazione del poliziotto ha "rispettato il principio di proporzionalità" in considerazione della "minaccia grave e molto concreta" e della "vicinanza immediata" tra il giovane congolese e l'agente.

I fatti

I fatti risalgono alla sera della domenica 6 novembre del 2016. Attorno alle 22, una pattuglia della polizia era stata chiamata in un edificio a Bex, dove Hervé, un congolese di 27 anni padre di famiglia, aveva sfondato la porta di un vicino e poi finto di tagliargli la gola con un coltello da pane e infine lasciato l'appartamento senza fare violenza all'uomo.

I cinque agenti di polizia sono arrivati sul posto, hanno cercato di calmare Hervé, che era evidentemente alterato, sotto influsso di droga e come in trance. Il congolese ha però attaccato uno dei poliziotti correndogli dietro con un coltello in mano. Poi si è indirizzato verso il caporale 52enne ora sotto accusa, minacciandolo con il coltello. Il sottufficiale ha estratto la pistola e ha sparato tre volte, colpendo la vittima a una coscia e al petto.

Gli agenti avevano poi chiamato i soccorsi ed effettuato un massaggio cardiaco all'uomo, che però è morto sul posto a causa di una ferita ai polmoni e di un'emorragia interna. L'autopsia ha rivelato la presenza di MDMA (ecstasy) nel sangue della vittima, una droga che può alterare lo stato di coscienza.

La difesa non demorde

Da parte della difesa del caporale di polizia, l'avvocatessa Odile Pelet si è detta "felice e sollevata" per questa sentenza d'appello a favore del suo cliente.

Quanto all'avvocato della parte ricorrente, Ludovic Tirelli, ha immediatamente detto alla stampa che avrebbe portato in caso alla corte suprema. A suo parere l'indagine deve andare fino in fondo, con un tribunale che si rechi sul luogo del dramma per un'ispezione e la ricostruzione dei fatti in sito.

Secondo l'atto d'accusa quel giorno i poliziotti, che erano equipaggiati con giubbotti antiproiettile e guanti para-coltelli, non avevano usato i loro manganelli e lo spray al pepe. Inoltre, i cinque agenti intervenuti non avevano potuto comunicare tra di loro con la radio poiché era fuori servizio.

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