L'ampliamento delle sanzioni è in linea con diverse decisioni emanate dall'Unione europea nel mese di giugno
Il Consiglio federale ha deciso oggi di estendere le sanzioni nei confronti della Bielorussia. Le nuove misure, che comprendono restrizioni al commercio per determinati beni e restrizioni finanziarie, sono entrate in vigore oggi alle 18.
L'ampliamento delle sanzioni è in linea con diverse decisioni emanate dall'Unione europea nel mese di giugno, si legge in un comunicato.
Oltre all'embargo vigente sul materiale d'armamento e sui beni che potrebbero essere utilizzati a scopi repressivi, il governo svizzero ha decretato un embargo per il controllo o l'intercettazione di comunicazioni via internet o telefoniche.Le nuove misure includono anche restrizioni al commercio di beni a duplice impiego, petrolio e prodotti petroliferi, prodotti di cloruro di potassio e beni per la fabbricazione o la trasformazione di prodotti del tabacco.
Nel settore finanziario, l'esecutivo ha adottato restrizioni concernenti l'emissione e il commercio di alcuni strumenti finanziari, la concessione di prestiti e i servizi di assicurazione e riassicurazione per il governo bielorusso e altri enti pubblici.
Infine l'esecutivo ha deciso di sottoporre a sanzioni finanziarie l'impresa statale Belaeronavigatsia, responsabile del controllo del traffico aereo bielorusso.
Nel giugno 2006 - viene ricordato - il Consiglio federale aveva già ordinato misure coercitive nei confronti di questo paese in conformità con quanto deciso dall'Ue. Da allora l'ordinanza che istituisce provvedimenti nei confronti della Bielorussia (RS 946.231.116.9) e il relativo allegato con i nomi di persone fisiche, imprese e organizzazioni soggette a sanzioni sono stati più volte modificati, sempre di pari passo con l'Ue. Per poter recepire le nuove misure - spiega la nota - è stato necessario sottoporre l'ordinanza a una revisione totale.
La Svizzera è molto preoccupata per il continuo deterioramento della situazione dei diritti umani in Bielorussia e per l'assenza di un dialogo tra il governo e la società civile. Chiede al regime di rispettare i suoi impegni internazionali in materia di diritti umani, in particolare di garantire la libertà d'opinione e la libertà di riunione e di associazione, di scarcerare tutte le persone detenute arbitrariamente e di indagare sulle accuse di tortura e di maltrattamenti da parte delle forze di sicurezza.