Svizzera

Abu Ramadan accusato di discriminazione razziale

Nel 2017 avrebbe incitato all’odio nella moschea Ar’Rahman di Bienne. Il controverso predicatore ora andrà a processo. Rischia anche l’espulsione.

La moschea Ar’Rahman di Bienne
(Keystone)
4 agosto 2021
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Berna – Il controverso predicatore 68enne libico Abu Ramadan dovrà rispondere davanti al tribunale regionale di Bienne delle accuse di discriminazione razziale e truffa. Lo ha comunicato oggi la procura del Giura-Seeland.

L'uomo avrebbe incitato all'odio contro persone in base alla loro religione o etnia in una predica nella moschea Ar'Rahman di Bienne il 7 luglio 2017. Il procedimento legale - precisa la nota - è stato innescato da una denuncia penale.

L'indagine ha richiesto molto tempo. Per prima cosa, un esperto ha dovuto tradurre il sermone dall'arabo al tedesco. Poi l'ufficio del ministero pubblico ha ottenuto una perizia sull'interpretazione di ciò che è stato detto.

Secondo le conclusioni della procura, Abu Ramadan "ha espresso ripetutamente il desiderio che certe persone o gruppi di persone di certe etnie o religioni venissero distrutti". Ha quindi incitato all'odio ed è colpevole di discriminazione razziale.

Il caso era diventato noto attraverso notizie dei media. Il 68enne aveva preso di mira ebrei, cristiani, indù, russi e sciiti. Nel frattempo il predicatore ha interrotto le sue attività nella moschea su richiesta dell'associazione di sostegno.

Presunta truffa all’assistenza

Abu Ramadan è anche accusato di ricevere illegalmente l'assistenza sociale. Anche queste indagini sono state "estremamente complesse", scrive il ministero pubblico. L'accusato non ha collaborato all'inchiesta e in particolare non ha risposto alle domande sul suo reddito.

Il comune di residenza di Abu Ramadan, Nidau vicino a Bienne, aveva presentato una denuncia per una presunta truffa all'assistenza sociale. Il libico aveva dichiarato al comune di non avere nessun reddito e nessun patrimonio.

Tuttavia, secondo le conclusioni della procura, l'uomo organizzava pellegrinaggi ottenendo così in parte un reddito concreto. In parte, però, ha rinunciato al denaro. Dal punto di vista della procura, il sospetto di ricezione illegale di prestazioni sociali è fondato.

Rischia l’espulsione

Abu Ramadan ha sempre negato le accuse. Il 68enne ha già perso il diritto di asilo e lo status di rifugiato ottenuto nel 1998 per essersi recato in Libia diverse volte. Vive in Svizzera grazie a un permesso C di domicilio. Se dovesse essere riconosciuto colpevole sarà espulso.

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