Svizzera

Dieudonné nega l’accusa di discriminazione razziale

Il comico francese alla sbarra oggi a Ginevra. ‘Non nego assolutamente l’esistenza delle camere a gas’.

L’arrivo al tribunale
(Keystone)
5 luglio 2021
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Ginevra – «Non nego assolutamente l’esistenza delle camere a gas, ho sempre riconosciuto la sofferenza degli Ebrei». Così si è difeso stamane davanti al Tribunale di polizia di Ginevra il controverso comico e polemista Dieudonné. Lo ha riferito il quotidiano ginevrino ‘Le Temps’. Il 55enne francese, già condannato a più riprese in patria per propositi antisemiti, deve rispondere delle accuse di discriminazione razziale, ingiuria e diffamazione.

A fine maggio, il processo era stato rinviato in quanto Dieudonné, in tournée in Francia, non aveva risposto alla convocazione della giustizia, disertando l'aula. La presidente del tribunale Sabina Mascotto si era rifiutata di giudicare l'imputato in contumacia, insistendo sull'importanza della sua presenza.

Camere a gas

Secondo l'atto d'accusa, Dieudonné M'Bala M'Bala (questo il suo nome per esteso), durante show svolti nella città di Calvino e a Nyon (VD) nel 2019, ha fatto dire a un personaggio che "le camere a gas non sono mai esistite". Per il Ministero pubblico cantonale ciò rappresenta un caso di discriminazione razziale.

Per la procura tale frase non nascondeva alcuna ambiguità o la possibilità di interpretazioni equivoche. Il pubblico poteva fare un collegamento solo con le camere a gas utilizzate dalla Germania nazista nel corso della Seconda Guerra mondiale, la cui esistenza "è un fatto storico acclarato".

Stando all'accusa, con questa affermazione il comico francese non poteva ignorare il fatto che il pubblico avrebbe capito che le persone prese di mira erano quelle di fede ebraica. Il Ministero pubblico non ha dubbi: Dieudonné è stato spinto da "un movente discriminatorio".

Denuncia del Cicad

Il procedimento penale aperto a Ginevra fa seguito a una denuncia depositata dal Coordinamento intercomunitario contro l'antisemitismo e la diffamazione (Cicad). L'organo ritiene inoltre di essere stato insultato da Dieudonné, che, sul palco, lo aveva mandato a quel paese senza troppi giri di parole e in modo volgare.

Infine, l'umorista avrebbe anche intenzionalmente diffamato il segretario generale del Cicad. Dieudonné ha infatti definito Johanne Gurfinkiel un bugiardo e un razzista.

La giornata odierna è quasi di ordinaria amministrazione per il comico francese, un frequentatore assiduo dei tribunali. È stato in effetti già condannato diverse volte in patria per le sue esternazioni di incitamento all'odio. L'ultimo episodio risale solo a venerdì scorso quando, per due casi distinti, gli sono stati appioppati quattro mesi di carcere e una multa di 10'000 euro.

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