L'Ufficio federale dell'agricoltura ha deciso di aumentare l'importazione per garantire le forniture fino a fine anno
La Svizzera deve ancora importare burro per evitare una carenza. Le scorte nazionali non sono infatti sufficienti a soddisfare la domanda e, per la seconda volta quest'anno, l'Ufficio federale dell'agricoltura (Ufag) ha deciso di aumentare il contingente d'importazione portandolo a 1000 tonnellate.
L'incremento dovrebbe garantire le forniture fino alla fine dell'anno, indica l'Ufag in una nota, precisando che la decisione è stata presa in risposta a una richiesta dell'Interprofessione Latte. A febbraio, la quota era già stata aumentata di 1500 tonnellate.
La carenza di burro svizzero si spiega con la forte domanda di prodotti lattiero-caseari dal 2020, in seguito alle misure prese dal Consiglio federale contro il coronavirus. Il volume delle importazioni è relativamente basso rispetto al consumo, rileva l'Ufag. Considerato un consumo annuo di 40'000 tonnellate di burro, le 1000 tonnellate extra sono infatti sufficienti a soddisfare il fabbisogno di meno di dieci giorni.
L'Interprofessione effettuerà una nuova analisi tra due o tre mesi. Se la situazione sul mercato del latte rimane tesa, potrebbe chiedere un ulteriore aumento della quota.