Svizzera

Legge CO2, ‘chiara reazione d’orgoglio nelle zone rurali’

Il consigliere nazionale Piero Marchesi analizza il ‘no’ alla normativa respinta dal 51% della popolazione. E spiega cosa intende fare l’Udc in ambito climatico.

Marchesi
(Keystone)
13 giugno 2021
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La campagna ha affossato la legge sul CO2: Piero Marchesi, consigliere nazionale Udc, il vostro messaggio ha fatto breccia. Soddisfatto?

Sì. C’è stata una reazione chiara, d’orgoglio, nelle campagne. Perché se è facile dire ‘utilizzate i mezzi pubblici’ in città, non lo è nelle zone periferiche. Poi i cittadini hanno ben capito che queste tasse non erano necessarie. La Svizzera è un Paese modello per quanto riguarda il rispetto dell’ambiente e del clima. Produciamo un millesimo delle emissioni di CO2 nel mondo e dobbiamo autotassarci? Queste tasse sarebbero servite solo a far crescere le entrate dello Stato, a nient’altro.

La legge attuale è insufficiente. L’Ufficio federale dell’ambiente afferma che non raggiungeremo l’obiettivo di riduzione 2020. Per voi invece si può andare avanti così?

Una premessa. Le emissioni di CO2 pro capite sono state ridotte del 24% negli ultimi vent’anni, una riduzione vanificata però dalla grande immigrazione: 2 milioni di persone dal 1990 a oggi. No, non è che va bene così. L’attuale legge sul CO2 è molto chiara. 

Scade però a fine anno. Dopo?

Bisognerà discuterne nuovamente in Parlamento. È chiaro che adesso le ambizioni del fronte rosso-verde – con il Centro e il Plr – dovranno essere ridimensionate. Non potranno tornare con altre proposte simili. Occorrerà promuovere maggiormente il progresso tecnologico, anziché far leva su tasse che i cittadini non vogliono.

Dopo il ‘no’ odierno l’Udc ha una responsabilità particolare. Avete un piano B?

Sì. Negli ultimi mesi abbiamo proposto una serie di misure in ambito climatico. Ripeto: la priorità dev’essere incentivare l’innovazione tecnologica e la ricerca. La Svizzera è sempre stato un Paese all’avanguardia da questo punto di vista. Agendo su questo binario ne trarremo dei benefici economici ed occupazionali.

E in settori come quelli dell’aviazione dei trasporti, dove il potenziale di miglioramento è particolarmente importante?

Anche qui è la tecnologia l’elemento chiave. Ci sono ad esempio aziende che stanno sviluppando – anche nell’aviazione – carburanti con un minor impatto climatico. Ancora una volta: è il progresso – non certo le tasse – ad essere determinante per una migliore qualità di vita e l’ambiente. Prenda il nucleare: gli ecologisti nei paesi scandinavi sono aperti alle nuove tecnologie ‘pulite’ nel settore del nucleare. Mettere un limite alla tecnologia, o non promuoverla in modo deciso, è sbagliato.

Ancora oggi il presidente dell’Udc Marco Chiesa ha definito «socialista» questa legge. Per voi l’iniziativa dev’essere lasciata al privato?

Un ruolo decisivo in questo senso l’avrà certamente l’iniziativa privata, sostenuta nei modi e con gli strumenti giusti dall’ente pubblico. Penso in particolare ad agevolazioni fiscali per le aziende.

Niente nuove tasse, né un potenziamento di quelle esistenti; così come nessun divieto. Sono queste le linee rosse per l’Udc?

Esatto. No a divieti, no a tasse. Sì invece a stimoli all’innovazione tecnologica, che crea indotto e posti di lavoro in Svizzera.

 

 

 

 

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