Svizzera

Diritti umani, ‘senatori’ per un’istituzione nazionale

Il Consiglio degli Stati dà il via libera alla creazione di un organo indipendente. Avrà sede in una o più università e un budget annuale di un milione.

Ignazio Cassis durante il dibattito al Consiglio degli Stati
(Keystone)
8 giugno 2021
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Berna – La Svizzera deve dotarsi di un'istituzione nazionale per i diritti umani (Indu). Lo pensa il Consiglio degli Stati, che ieri ha dato il proprio via libera alla creazione dell'organo. Esso sarà indipendente, coinvolgerà ampie fasce della società e riceverà un sostegno finanziario dalla Confederazione.

L'Indu sarà integrata nella legge federale su misure di promozione civile della pace e di rafforzamento dei diritti dell'uomo. I "senatori" hanno approvato nel suo insieme tale disegno, che ora passa al Nazionale, per 34 voti a 7 e due astenuti.

Richiesta dell’Onu

Il Consiglio federale ha adottato a fine 2019 il progetto di legge in materia con l'obiettivo di rafforzare il proprio impegno a favore dei diritti umani. La creazione dell'Indu figura da tempo nell'agenda politica elvetica e risponde anche a una richiesta di politica estera dell'Onu, ha ricordato Carlo Sommaruga (Ps/Ge). Oltre 120 Paesi, compresi quasi tutti quelli europei, dispongono già di un'istituzione di questo genere.

Snocciolando i motivi che giustificano la nascita di un organo simile, Sommaruga ha sottolineato come l'Indu "abbia un ruolo preventivo: entra in gioco prima che si verifichi una violazione dei diritti dell'uomo. Al contrario, i tribunali che si occupano della questione hanno un ruolo puramente correttivo".

L'indipendenza dell'Indu le consentirà di cooperare non solo con le autorità a tutti i livelli statali, ma anche con le organizzazioni non governative, l'economia privata, il settore della ricerca e le organizzazioni internazionali.

Trasformazione del Centro di competenza esistente

Dal 2011, esiste già il Centro svizzero di competenza per i diritti umani (Csdu) come progetto pilota a tempo determinato, ha ricordato il relatore di commissione Matthias Michel (Plr/Zg). Esso però non soddisfa tutti i requisiti e quindi il disegno di legge prevede di tramutare tale progetto in un'Indu permanente, in forma di istituzione di diritto pubblico.

L'Indu potrà definire autonomamente le proprie attività nell'ambito del mandato affidatole, che copre sia questioni interne sia relative agli obblighi internazionali. I suoi compiti comprenderanno l'informazione e la documentazione, la ricerca, la consulenza, l'educazione e la sensibilizzazione in materia di diritti umani nonché lo scambio internazionale. Non svolgerà mansioni amministrative, non fungerà da mediatrice e non si occuperà di singoli casi.

Un milione di franchi all’anno

È previsto che Berna sostenga l'Indu con un contributo finanziario di un milione di franchi all'anno, ha affermato il ministro degli esteri Ignazio Cassis. I Cantoni si faranno carico dei costi infrastrutturali e l'istituzione avrà sede in una o più università.

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