Svizzera

Accordo quadro, ‘Svizzera e Ue continuino a negoziare’

I ministri degli esteri dell’Unione non chiudono la porta. Ma avvertono: i Bilaterali stanno diventando obsoleti. Cantoni per relazioni stabili con Bruxelles.

Si cerca di capire cosa fare dopo l’incontro tra Parmelin (sin.) e von der Leyen a Bruxelles
(Keystone)
11 maggio 2021
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Berna/Bruxelles – Il vicepresidente della Commissione europea Maros Sefcovic ha sottolineato martedì la volontà dell'Ue di continuare i negoziati con la Svizzera per un accordo istituzionale. Senza questo accordo le relazioni bilaterali sono destinate a erodersi, ha aggiunto. Benché le posizioni della Svizzera e dell'Ue su determinati aspetti rimangano distanti, i Cantoni si attendono che il Consiglio federale faccia il possibile per rafforzare la via bilaterale dando al paese relazioni stabili col maggior partner economico.

Secondo la segretaria di Stato portoghese per gli affari europei, Ana Paula Zacarias, tutti gli Stati membri hanno rimarcato l'importanza delle relazioni con la Svizzera. Hanno anche accolto con favore gli sforzi della Commissione europea per trovare una soluzione con Berna.

La grande domanda rimane: come continuare queste forti e importanti relazioni proteggendo il mercato interno europeo e assicurando condizioni di concorrenza eque per tutti? Prima della riunione odierna dei ministri dell'Ue, i rappresentanti tedeschi e francesi Michael Roth e Clément Beaune hanno sottolineato l'importanza di un mercato interno ben funzionante.

Altri tempi, altra Ue

Maros Sefcovic ha ricordato che gli oltre 120 accordi che legano la Svizzera all'Ue stanno diventando obsoleti. «I tempi sono cambiati. Lo stesso vale per l'Ue. Non è più come quando questi accordi sono stati firmati», ha detto. Le relazioni bilaterali in settori come la sanità o l'elettricità non possono più essere sviluppate senza un accordo quadro.

I ministri non hanno svolto una discussione approfondita. Sono stati soprattutto i vicini della Svizzera a parlare, secondo Sefcovic. Il ministro tedesco ha detto che spera di poter risolvere le differenze.

Aspettative da Bruxelles

Dopo l'incontro di fine aprile tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente della Confederazione Guy Parmelin, è diventato chiaro che ci sono ancora differenze sostanziali tra le due parti. Bruxelles si è mostrata irritata dalle richieste della Svizzera.

Secondo Maros Sefcovic, la Commissione aveva grandi aspettative sull'incontro al vertice. Pensavamo di essere «molto vicini a un accordo». Alla fine, non se n’è fatto nulla. «Non stiamo chiudendo la porta. Siamo sempre pronti a discutere», ha aggiunto. 

‘Esplorare tutte le possibili opzioni politiche’

Secondo i Cantoni, per i quali la Svizzera ha già fatto importanti concessioni, tutte le possibili opzioni politiche devono essere esplorate nelle discussioni con l'Ue prima di prendere una decisione strategica. I Cantoni, che vogliono essere coinvolti maggiormente nelle discussioni, si attendono anche cambiamenti nella posizione di Bruxelles su certi aspetti.

Questo, in sintesi, il sunto della presa di posizione della Conferenza dei governi cantonali dopo l'incontro col presidente della Confederazione, Guy Parmelin, in cui quest'ultimo ha spiegato le difficoltà nei negoziati e il perché la Svizzera, al momento, abbia deciso di non firmare l'intesa.

Nella loro riunione plenaria del 29 marzo 2019, i governi cantonali avevano ribadito l'importanza di un accordo istituzionale con l'Ue per garantire l'accesso al mercato interno e una maggiore sicurezza giuridica. Ma, allo stesso tempo, avevano sottolineato la necessità di chiarire le disposizioni del progetto di accordo sugli aiuti di Stato, le misure di accompagnamento e la direttiva sui diritti dei cittadini dell'Unione.

‘Importanti concessioni’

Dopo il nulla di fatto scaturito dall'incontro del 23 aprile scorso tra Parmelin e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la valutazione del Consiglio federale della situazione, i Cantoni hanno accolto la ripresa dei colloqui a livello politico sostenendo peraltro che la Svizzera abbia già fatto importanti concessioni su alcune questioni critiche (adozione dinamica del diritto comunitario, ruolo della Corte europea di giustizia nella risoluzione delle controversie, clausola ghigliottina) e che sia fondamentale che i tre punti contestati vengano risolti nel modo "in cui la Svizzera vuole che siano risolti prima della firma dell'accordo istituzionale".

Se nuovi elementi o cambiamenti nella posizione dell'Ue rendono possibile un tale risultato, i governi cantonali sosterranno il Consiglio federale nei suoi sforzi. I cantoni credono che il governo debba fare tutto il possibile per stabilire un quadro stabile per le relazioni bilaterali ed evitare una spirale negativa. Tutte le possibili opzioni politiche devono essere esplorate nelle discussioni con l'Ue prima di prendere una decisione strategica.

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