Svizzera

L'8 Marzo in Svizzera nel segno delle rivendicazioni

Le disparità salariali e di trattamento e la violenza di genere il tema della mobilitazione di oggi per la Giornata internazionale dei diritti delle donne

Una dimostrazione nelle strade di Lucerna (Keystone)
8 marzo 2021
|

Sindacati, organizzazioni e alcune personalità si sono mobilitate oggi in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle donne. Malgrado le restrizioni contro la pandemia, in tutta la Svizzera sono previste azioni, incontri e dibattiti per ricordare quanto resta ancora da fare per ottenere pari diritti fra i sessi.

"Molte professioni non possono più essere immaginate senza le donne. Anche nei cosiddetti campi maschili", ha dichiarato la consigliera federale Simonetta Sommaruga. Attraverso una serie di ritratti su Instagram, ha scelto di rendere visibili le donne che lavorano in diversi settori economici.

Il consigliere federale Alain Berset ha dichiarato su Twitter che anche mezzo secolo dopo l'introduzione del suffragio femminile, la vera uguaglianza è ancora una promessa non mantenuta: "Possiamo vedere i progressi compiuti finora e costatare che rimane ancora molto da fare", ha sottolineato.

Rivalutare il lavoro delle donne

Le donne svolgono gran parte del lavoro non remunerato e in quest'anno di pandemia sono state in prima linea in molte professioni essenziali, eppure per loro non c'è stato alcun riconoscimento, anzi: in parlamento i partiti borghesi stanno sferrando un "attacco frontale alle condizioni di lavoro e di vita femminili, peraltro già molto precarie", ha sottolineato Unia.

Il sindacato ha ricordato i ripetuti tentativi di liberalizzare gli orari di apertura dei negozi e innalzare l'età pensionabile femminile alle Camere federali. Il rifiuto di concedere indennità per lavoro ridotto al 100% inoltre danneggia proprio coloro che già in tempi normali percepiscono salari bassi e faticano ad arrivare a fine mese, in particolare le donne e i migranti, ha affermato in un comunicato.

La disparità salariale peggiora

L'8 marzo di quest'anno è il centesimo giorno in cui si celebrano ufficialmente i diritti delle donne. Però non c'è motivo di rallegrarsi, perché ci sono ancora molte battaglie da combattere. In Svizzera, la discriminazione salariale è in aumento e non esiste ancora un congedo parentale, ha rilevato Travail.Suisse ricordando la sua piattaforma per la parità salariale www.respect8-3.ch destinate alle imprese con oltre 50 dipendenti.

A causa delle restrizioni dovute al Covid, l'Unione sindacale svizzera (USS) offre una settimana di corsi virtuali in cui affronterà argomenti come la previdenza vecchiaia, il lavoro, l'impatto della Covid-19, la violenza sessuale e le molestie, o ancora la storia delle pioniere dei sindacati.

Combattere le violenze

In occasione dell'8 marzo, dieci vittime di violenza sessuale della Svizzera tedesca e romanda hanno rivendicato una riforma della legge sui reati sessuali chiedendo che il sesso non consensuale venga considerato stupro per legge. Amnesty International, che le sostiene, ha sottolineato come dodici paesi europei riconoscano già questo fatto. Le donne che subiscono un rapporto sessuale contro la loro volontà non sono prese sul serio nell'attuale progetto di legge, hanno affermato le interessate. La violenza sessuale può avvenire con o senza coercizione e in entrambi i casi si tratta di un'esperienza traumatica con gravi conseguenze per le vittime, hanno aggiunto.

Per attirare l'attenzione sulla piaga dei femminicidi e delle violenze domestiche, la Gioventù socialista ha invece organizzato un'azione simbolica e istallato un letto insanguinato sulla Piazza federale. "È un modo per portare nell'arena pubblica un'immagine di questa violenza che di solito avviene in modo invisibile, e che è stata ulteriormente esacerbata dalla crisi del Covid-19", ha spiegato un comunicato. Il luogo più pericoloso per le donne è la loro stessa casa e mancano ancora misure di prevenzione efficaci. La Svizzera è firmataria della Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne ma non attua le disposizioni previste: dei 850 posti richiesti nei rifugi per donne, attualmente ne sono disponibili solo 400, hanno sottolineato i giovani socialisti.

Anche la cultura si mobilita

"A cinquant'anni dall'introduzione del suffragio femminile, e nonostante i progressi reali, la parità tra donne e uomini si scontra ancora con la realtà dei confronti, sia in termini di salario, carriera, legittimità di parola, libertà di apparire o di suddividere i compiti domestici", hanno spiegato i responsabili del Museo storico di Losanna, che propone, fino al 27 giugno, una mostra sui movimenti femministi.

Esposizioni analoghe si tengono anche al Museo nazionale svizzero di Zurigo, che presenta 200 anni di lotta per i diritti delle donne in Svizzera, e a quello storico di Berna, che pone l'accento sulle esponenti politiche che hanno lavorato a Palazzo federale, a partire dalla prima consigliera federale Elisabeth Kopp. Il museo storico di Lucerna dà invece voce alle pioniere del cantone.

A Ginevra, le rivendicazioni sono state esposte su ponti della città, mentre in centro a Losanna è stato allestito uno stand femminista e ideato un flash-mob sulla Place du 14-Juin. Il Politecnico federale ha organizzato inoltre una serie di incontri online con personalità femminili sui temi delle pari opportunità, della sostenibilità, dell'equità nella comunicazione scientifica e della promozione della parità di genere nel mondo professionale.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE