Svizzera

‘I simboli dell’islam radicale non devono avere spazio’

Iniziativa ‘anti-burqa’, il presidente dell’Udc Marco Chiesa soddisfatto per un segnale che ‘serve ad anticipare fenomeni di cui abbiamo già testimonianza’.

Marco Chiesa
(Keystone)
7 marzo 2021
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Marco Chiesa, consigliere agli Stati e presidente dell’Unione democratica di centro (Udc), i sondaggi indicavano una vittoria più comoda del ‘sì’. È deluso?

Mi aspettavo una votazione appassionante, in tutti i Cantoni. E così è stato: un bell’esercizio democratico.

Perché vietare il velo integrale è così importante in un Paese dove solo una trentina di donne lo indossano?

Perché in gioco ci sono le regole di base della convivenza pacifica e dell’integrazione. In Svizzera ci si guarda negli occhi. E qui determinati simboli dell’islam radicale non devono poter avere spazio. Come d’altronde è stato deciso in altri Paesi europei e anche a maggioranza musulmana. La politica è chiamata ad anticipare, a prevedere. È giusto fare qualcosa prima che il fenomeno diventasse difficilmente gestibile.

A cosa serve, concretamente, questo segnale?

Ad anticipare fenomeni di cui abbiamo già testimonianza. Sappiamo che persone residenti in Svizzera avevano relazioni con chi ha commesso attentati all’estero. In alcune moschee ci sono imam che predicano l’islam radicale. E alcune di queste strutture vengono finanziate dall’estero. Queste derive devono  essere immediatamente fermate e bisogna restare vigili. L’iniziativa però va oltre: vieta non solo il velo integrale, ma la dissimulazione del viso in generale.

D’ora in poi le donne col velo integrale potrebbero rinchiudersi in casa. E un divieto potrebbe anche creare un’atmosfera anti-musulmana nefasta. Cosa ne pensa?

Mi chiedo se queste donne che indossano il niqab – volontariamente o no – sono integrate nella nostra società. Non fa parte della nostra cultura che una donna si annulli dietro un pezzo di stoffa. Ad ogni modo: il nostro Codice penale contempla il reato di coazione per chi è obbligato a indossare questi simboli dell’Islam radicale. E non vedo il rischio di una crescente stigmatizzazione.

Prima i minareti, adesso il velo integrale. La prossima tappa sarà il divieto del velo nelle scuole?

La questione è legittima, dal momento che anche i crocifissi sono stati tolti dalle scuole. La domanda però non è di attualità. In questo momento ciò che deve preoccuparci sono quei fenomeni, che troppo spesso sottovalutiamo, legati alla radicalizzazione. L’ultimo rapporto del 2019 dei Servizi informativi lo conferma: anche il nostro Paese è confrontato con una crescente minaccia in quest’ambito e nel mese di giugno saremo d’altro canto chiamati ad esprimerci sulla legge che prevede misure di polizia per la lotta al terrorismo che la sinistra ha ritenuto di attaccare con un referendum.

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