Il sindacato dei servizi pubblici chiede di intervenire per dare sostegno agli insegnanti sotto pressione e agli allievi che rimangono indietro
La pandemia sta esercitando una forte pressione sulle scuole, stando ad un sondaggio del Sindacato dei servizi pubblici (VPOD/SSP) realizzato nella Svizzera tedesca e francese. Gli insegnanti sono esauriti e il numero di studenti che abbandonano la formazione è allarmante. Per il VPOD/SSP è necessario agire da subito.
L'87% degli insegnanti che hanno risposto all'inchiesta ritiene che il carico psicologico sia aumentato durante l'anno scolastico. L'81% pensa di essere riuscito a seguire in gran parte il piano di studi, ma a costo di un investimento personale molto maggiore. Per il 59% degli intervistati, la soddisfazione sul lavoro inoltre è diminuita e il 31% dichiara che la sua salute è peggiorata nel 2020.
Anche gli allievi stanno pagando un prezzo elevato. Il 64% degli insegnanti intervistati ritiene che alcuni ragazzi debbano ancora recuperare dal lockdown della scorsa primavera.
Mancano inoltre i mezzi per far fronte a questo quadro inquietante. In Romandia solo il 46% dei docenti afferma che sono state messe in atto misure supplementari per offrire agli alunni lezioni di recupero. Nella Svizzera tedesca la percentuale scende addirittura al 13%.
Il 54% si sente sufficientemente appoggiato dalla direzione della scuola, ma solo il 17% ritiene di ricevere un sostegno sufficiente dalle autorità cantonali.
Secondo il VPOD/SSP è necessario intervenire in diversi ambiti. Se si introduce l'insegnamento a distanza sono necessarie misure incisive per evitare che gli allievi abbandonino gli studi. Inoltre occorre affrontare la questione di una riduzione degli obiettivi da raggiungere e del numero minimo di test e valutazioni. Bisogna anche prestare maggiore attenzione alla situazione psicologica dei ragazzi e alle conseguenze a lungo termine della crisi attuale. Le scuole dovrebbero poter contare su risorse aggiuntive a questo scopo.
Deve pure essere messo in atto un programma per evitare il sovraccarico di lavoro e il burnout degli insegnanti. Molti docenti ritengono pure di aver diritto ad un accesso prioritario al vaccino.
Al sondaggio, realizzato in dicembre e gennaio, hanno preso parte quasi 1200 insegnanti.