Svizzera

Parmelin ammette: in estate si è abbassata troppo la guardia

Dopo alcuni specialisti, anche il presidente della Confederazione riconosce ora l'errore

Alcuni scienziati lo avevano detto subito. Ormai è tardi (Ti-Press)
3 gennaio 2021
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Alcuni virologi elvetici già lo avevano evidenziato in autunno, quando le prime cifre indicavano l'avvio di un nuovo e preoccupante picco di Covid in Svizzera. Ora anche la proverbiale stanza dei bottoni lo riconosce: «Tra luglio e settembre abbiamo sottovalutato la situazione», ammette il presidente della Confederazione, Guy Parmelin, in un'intervista concessa al SonntagsBlick in merito alla gestione della pandemia di Covid-19. «Pensavamo di poter controllare il virus, ma in realtà eravamo molto lontani dal poterlo fare», ha aggiunto il consigliere federale vodese, precisando che non solo i politici, ma anche molti specialisti, sono rimasti sorpresi dall'improvviso aumento del numero di infezioni in autunno.

Berna-Cantoni, comunicazione da migliorare

«Non sempre poi il coordinamento e l'intesa tra la Confederazione e i Cantoni è stata ottimale», ha sostenuto il ministro della formazione e dell'economia indicando una certa difficoltà nel far passare il messaggio: «A volte ilConsiglio federale ha dovuto parlare in modo chiaro con i governi cantonali», ha aggiunto rimarcando che grazie a un dialogo intenso è possibile migliorare la collaborazione. I Cantoni romandi lo hanno dimostrato in varie occasioni. «Possiamo certamente migliorare sia il coordinamento che il dialogo», ha sostenuto l'esponente democentrista in governo.

Grande incertezza

La crisi sanitaria riserva ogni giorno qualcosa di nuovo, ha aggiunto Parmelin: «Attualmente nessuno, nemmeno la comunità scientifica, può dire ai politici quali misure potrebbero risolvere il problema in tre o quattro settimane». A ciò si aggiunge che la Svizzera si trova ora confrontata con la variante britannica del coronavirus, giudicata assai più contagiosa stando allo stato attuale delle conoscenze. Cui si aggiunge anche quella sudafricana. Secondo Parmelin, il Consiglio federale ha in ogni caso preso nota degli ultimi avvertimenti degli scienziati. I quali temono in particolare una terza ondata in un frangente che vede gli ospedali prossimi alla saturazione. Simili analisi competono senz'altro agli scienziati e agli specialisti, ha aggiunto Parmelin, ma in definitiva «spetta alla politica decidere che cosa fare».

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