Quando il prossimo 22 agosto verrà confermato dall'Assemblea dei delegati, il ticinese sarà il primo presidente nazionale dell'Udc della Svizzera latina
Se verrà effettivamente votato dalla maggioranza dei delegati il prossimo 22 agosto, il 45enne ticinese Marco Chiesa diventerà il primo presidente dell'UDC proveniente dalla Svizzera latina.
Chiesa è presente alle Camere a Berna già da cinque anni, ma il grande colpo gli è riuscito lo scorso autunno, quando è stato eletto come primo rappresentante ticinese dell'UDC al Consiglio degli Stati. Una vittoria - a scapito anche di un nome storico del PPD come Filippo Lombardi - che gli ha permesso di attirare l'attenzione dei media della Svizzera tedesca.
Il ticinese non è comunque un volto nuovo all'interno del partito, poiché nel 2018, assieme alla grigionese Magdalena Martullo-Blocher, era stato eletto alla vicepresidenza. Nello stesso anno era anche entrato nella vicepresidenza dell'Azione per una Svizzera neutrale e indipendente (ASNI).
Per queste ragioni il suo nome era stato inserito subito nella lista dei favoriti della Commissione cerca per la presidenza del partito. Dopo un iniziale rifiuto per motivi lavorativi, la strada si è spianata e anche il sostegno della famiglia è stato fondamentale, ha spiegato lo stesso interessato oggi alla trasmissione "Heute Morgen" della SRF.
Tuttavia, il politico ticinese ha modi garbati e cerca il dialogo, ed è proprio questo che lo differenzia da numerosi colleghi dell'UDC della Svizzera tedesca, ha detto ancora il politologo. Proprio per tale motivo, il professore considera Chiesa "l'uomo giusto in un momento difficile". Da outsider ha il vantaggio di non essere implicato nelle querelle di partito ed ha la possibilità di creare unione all'interno della formazione.
Il lavoro non sarà tuttavia facile, ha sottolineato Mazzoleni. Chiesa dovrà impegnarsi duramente per essere accettato nella Svizzera tedesca, poiché nonostante tutto l'UDC rimane un partito fortemente radicato in quella parte del Paese.