Ginevra

Il consigliere di Stato ginevrino Pierre Maudet cacciato dal Plr

Lo ha deciso il comitato direttivo del partito a maggioranza schiacciante. Non era mai successo che un ministro in carica fosse estromesso

Pierre Maudet (Keystone)
6 luglio 2020
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Il comitato direttivo del Plr  ginevrino ha escluso stamane dal partito Pierre Maudet. In favore dell'estromissione del consigliere di Stato, accusato di accettazione di vantaggi, si sono pronunciati in 22, mentre un membro si è detto contrario e uno si è astenuto.

La decisione è stata presa dopo un'ora e mezzo di discussione, ha detto ai media il presidente della sezione cantonale dei liberali-radicali Bertrand Reich. Questi ha parlato di una scelta chiara e gravosa, da far risalire ai valori del Plr. Si tratta di una giornata storica: non era mai successo che un consigliere di Stato in funzione venisse cacciato dal proprio partito.

Trenta giorni per opporsi

Maudet ha ora trenta giorni di tempo per opporsi alla sua esclusione, ricorrendo presso l'assemblea generale del Plr. Nel week-end, l'ex candidato al Consiglio federale aveva dichiarato che questa mattina non si sarebbe presentato, precisando di non voler partecipare "a questo processo politico" e sostenendo che il suo diritto di essere ascoltato fosse "un'illusione".

La pressione su Maudet è aumentata di una tacca la settimana scorsa dopo che il Ministero pubblico ginevrino ha annunciato l'intenzione di rinviarlo a giudizio e spedirlo sul banco degli imputati per alcuni aspetti dello scandalo che lo ha travolto.

Le accuse contro Maudet

La principale accusa contro il consigliere di Stato è quella di accettazione di vantaggi, in relazione a un controverso viaggio del 2015 ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti. Maudet aveva inizialmente mentito sulla trasferta, nascondendo il fatto che volo in business class e alloggio fossero stati pagati da uno sceicco locale, principe ereditario membro della casa regnante. La procura è invece sul punto di abbandonare la parte dell'inchiesta sul finanziamento delle attività politiche.

Reich, durante l'improvvisata conferenza stampa, ha spiegato che avere un consigliere di Stato implicato in un processo penale è impensabile. "Maudet ha il diritto di difendersi e lo incoraggio a farlo. Ma ha anche il dovere di preservare le istituzioni".

Sul voto ha pure pesato l'intenzione di Maudet di associarsi a una denuncia depositata contro la giustizia dal consigliere comunale di Ginevra Simon Brandt, a lui vicino, per abuso di potere. Brandt un paio di mesi fa è passato al contrattacco dopo essere stato arrestato e poi rilasciato in dicembre con l'accusa di violazioni del segreto d'ufficio, vicenda conclusasi con un'archiviazione per gli addebiti più gravi. Per Reich, Maudet può attaccare la polizia o il procuratore generale, ma deve farlo "come cittadino".

Escluso da subito

"L'esclusione entra in vigore da subito", ha proseguito Reich. Pertanto, Maudet, che intende dimissionare solo in caso di condanna, eserciterà la sua carica da indipendente. Al membro dell'esecutivo cantonale, il presidente del PLR ginevrino ha riconosciuto una serie di meriti, come le sue qualità politiche, la sua capacità di lavorare e quanto fatto durante la crisi sanitaria.

Tuttavia, gli ha rimproverato di essersi troppo concentrato su di sé, non interessandosi "alle sorti del partito che gli ha permesso di ritrovarsi dov'è". "Senza il PLR, Maudet non esisterebbe", ha insistito Reich. A suo dire inoltre, a giudicare dai messaggi pervenuti dalla base dello schieramento, il politico può ormai godere di scarso appoggio da parte della propria formazione.

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