Svizzera

Glättli (Verdi): 'I grandi viaggi si fanno a piccoli passi'

Sabato il consigliere nazionale zurighese prenderà le redini dei Verdi. Nell'intervista spiega come intende assolvere questo 'compito insolubile'

(Keystone)
19 giugno 2020
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Sarà un’assemblea dei delegati online ad eleggere domani Balthasar Glättli alla presidenza dei Verdi svizzeri. Il consigliere nazionale zurighese prende le redini di un partito col vento in poppa dopo il trionfo alle elezioni federali dello scorso ottobre. Un’eredità non facile da raccogliere quella lasciatagli da Regula Rytz, capace timoniera degli ecologisti negli ultimi otto anni. Il 48enne, in Consiglio nazionale dal 2011, spiega alla ’Regione’ come vede in prospettiva il ruolo di un partito non più piccolo, e per questo chiamato ad assumere maggiori responsabilità sulla scena politica federale.

"I Verdi devono rivolgersi allo stesso tempo a chi disprezza il compromesso e a chi lo cerca": un “compito insolubile” per il nuovo presidente, ha scritto la ’Nzz am Sonntag’. Come pensa di riuscire ad assolverlo?

Mostrando che non si tratta per forza di una contraddizione. L’importante è mantenere i grandi obiettivi che sono nell’anima dei Verdi, continuando a parlare chiaro: affermando, ad esempio, che ci vuole più di qualche piccolo cambiamento per uscire dall’era dei combustibili fossili entro il 2050. Quella che preconizziamo è una trasformazione radicale: che non è solo energetica, ma che coinvolge l’intera società. Tuttavia, i grandi viaggi si fanno sempre a piccoli passi. Come questa legge sul CO2: un primo passo verso una politica climatica ambiziosa, ma insufficiente a medio termine.

Le ultime elezioni federali hanno consacrato i Verdi: non siete più un piccolo partito. Il successo ha portato anche svantaggi?

Sfide, più che svantaggi. Finora eravamo un piccolo gruppo; ed eravamo sempre contenti quando qualcuno di noi veniva invitato ad ’Arena’ (una delle trasmissioni ’faro’ della Srf, ndr). Adesso c’è una certa concorrenza interna. Il nostro gruppo parlamentare è composto per due terzi da neo-elette e neo-eletti. In una stessa commissione abbiamo tre o quattro esponenti. Tutti vogliono mostrare quanto valgono. Sin qui la collaborazione è funzionata molto bene. Ma la sfida rimane.

Negli scorsi giorni ha contribuito ad affossare due mozioni d’ordine del Ps a favore dei lavoratori indipendenti. L’ex consigliere nazionale socialista Franco Cavalli le rimprovera di aver voltato loro le spalle. Cosa risponde?

I Verdi sono sempre stati del parere che il termine per il versamento delle indennità per perdita di guadagno agli indipendenti colpiti dalla crisi del coronavirus (il Consiglio federale lo ha fissato a fine maggio, ndr) andasse prolungato. Restiamo di quest’idea. Ma dobbiamo anche rispettare la Legge del Parlamento. E secondo questa Legge, non era corretto trattare adesso le due mozioni. Un voto positivo del Nazionale avrebbe peraltro avuto una valenza puramente simbolica. Le due proposte, già respinte dalla commissione degli Stati, non avrebbero infatti portato a una soluzione più rapida del problema. La responsabilità dell’affrettata interruzione degli aiuti rimane in ogni caso del Consiglio federale. Detto questo, stiamo lavorando proprio in queste ore assieme a Cédric Wermuth e a Mattea Meyer (autori delle due mozioni d’ordine, ndr) a una proposta in grado di accrescere la pressione sul Governo, affinché questo corregga la decisione sbagliata presa il 20 maggio.

La legge sul CO2 serviva anche a testare la collaborazione tra i Verdi e il Ps, partiti che ora rivaleggiano ad armi pari sulla scena federale. Il test è stato superato. In futuro, su dossier meno ’facili’ per voi, questa collaborazione proseguirà?

Lo spero. Il Ps sarà forse un po’ un nostro rivale, ma di certo non è nostro avversario. Nella maggior parte dei dossier è il nostro miglior partner. I Verdi hanno ottenuto un successo storico alle ultime elezioni federali; e anche i Verdi liberali si sono rafforzati. Ciononostante, abbiamo bisogno di altri partiti - il Ppd/gruppo del Centro e il Plr - per formare delle maggioranze in entrambe le Camere. Per questo la legge sul CO2 è un compromesso: è molto di più dell’attuale normativa, ma non la risposta a quel che bisognerebbe fare. Occorrerà molto di più: e su questa strada siamo in prima linea.

"Le ambizioni dei Verdi riguardo al Consiglio federale resteranno come un’ombra sui due partiti della sinistra”, ha scritto la ’Nzz’.

Non sono d’accordo. Io, Wermuth e Meyer (a meno di sorprese, futuri co-presidenti del Ps, ndr) abbiamo una visione politica che ci porta piuttosto a cercare il modo di diventare più forti assieme. Ed è la via giusta da seguire: perché la Svizzera ha bisogno di essere più verde e più sociale.

Ha ambizioni personali riguardo al Consiglio federale?

No. Fosse anche solo perché non vorrei rivedere mia figlia (nata due anni e mezzo fa, ndr) soltanto quando avrà 15 anni. E anche se sarò eletto presidente dei Verdi, resterà sacro il giorno settimanale in cui mi occupo di lei, come del resto fa mia moglie (la consigliera nazionale del Ps Min Li Marti, ndr).

E i Verdi?

Lo abbiamo detto in dicembre, in occasione dell’ultimo rinnovo integrale. Ogniqualvolta si libererà un posto in Governo, valuteremo se presentare una candidatura oppure no. Credo però che i partiti faranno tutto il possibile affinché una simile situazione non si presenti nei prossimi tre anni e mezzo. Sarà quindi al più tardi al prossimo rinnovo integrale del Consiglio federale (dicembre 2023, ndr) che ci faremo nuovamente avanti. Con quanta pressione succederà, dipenderà naturalmente dal sostegno delle elettrici e degli elettori.

"Nei suoi discorsi, Glättli a volte sembra un predicatore”, ha scritto la ’Nzz am Sonntag’. È così che si sente?

Mi sento più filosofo che predicatore. Sono una persona riflessiva. Ma a volte posso anche ’infiammarmi’. Fa parte della politica, del resto.

Si considera un politico radicale?

Sì, nel senso etimologico del termine: sia io che i Verdi andiamo alla ’radice’ dei problemi, non restiamo alla superficie. La trasformazione verde della società è una proposta radicale: ma nella misura in cui mette al centro il rispetto della natura, non perché implica il ricorso a mezzi non democratici. Questo è un cambiamento che può riuscire solo a lungo termine, convincendo le persone.

È un politico pragmatico?

Sono in un legislativo da quando ho 26 anni, dal 1998 (quando venne eletto nel consiglio comunale di Zurigo, ndr). In un Parlamento bisogna essere capaci di pragmatismo, se si vuole convincere una maggioranza della bontà delle proprie idee.

"Glättli si è sempre fatto eleggere subito a cariche strategiche." (’Nzz am Sonntag’): è ambizioso?

Lo sono sicuramente un po’. Ha a che vedere anche col fatto che, da quando sono nei Verdi, ho sempre lavorato molto e volentieri. Ma l’impegno nel partito non è mai stato finalizzato a cariche e mandati. È la passione che mi ha sempre spinto, una passione che c’è ancor oggi dopo 30 anni di politica.

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