Svizzera

'Servono regole più chiare per manifestazioni e assembramenti'

Udc e Plr: 'Non è credibile tollerare una manifestazione antirazzista a Zurigo con 10mila persona e limitare il numero di clienti nei ristoranti'

Per i partiti di destra si tratta di una 'disparità di trattamento' (Keystone)
16 giugno 2020
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Assembramenti e manifestazioni finiscono nel mirino della destra: UDC e PLR a Berna hanno chiesto oggi al Consiglio federale regole più chiare. "Non è credibile tollerare una manifestazione antirazzista a Zurigo con 10'000 persone e limitare il numero di clienti nei ristoranti o nei negozi", hanno sostenuto i due partiti a margine della sessione estiva.

UDC e PLR hanno criticato e denunciato le disparità di trattamento. In una conferenza stampa odierna nell'area di BernExpo, il presidente dell'UDC Albert Rösti ha chiesto al Governo federale di "ripristinare immediatamente lo Stato di diritto".

Il consigliere federale Alain Berset deve urgentemente chiarire come "vuole far rispettare la legge per tutti o come vuole abolire le costose restrizioni imposte alle imprese, agli eventi e ai consumatori", rileva in una nota il PLR, che ha presentato un'interpellanza in merito sia al Consiglio nazionale sia al Consiglio degli Stati.

Secondo l'UDC, il divieto di eventi con più di 300 persone sta "portando alla rovina migliaia di imprese". In caso di violazioni, vengono inflitte multe saltatissime ma dall'altro lato si tollerano manifestazioni di protesta con ben più di 300 individui che ignorano le regole di distanza e d'igiene, ribadiscono i due partiti in comunicati separati.

L'UDC invita pertanto anche la Confederazione a porre immediatamente fine a questa situazione, chiedendo al governo di permettere nuovamente tutti gli eventi, compresi quelli con più di 300 partecipanti.

Valutare caso per caso

Una decina di giorni fa la Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia (CDDGP) ha emesso raccomandazioni in merito alle manifestazioni. Le autorità non devono accordare l'autorizzazione per eventi nei quali il limite di 300 persone appaia impossibile da rispettare.

Non c'è tuttavia un intervento automatico della polizia in caso di mancata osservazione delle restrizione, ma sono le forze dell'ordine stesse a dover valutare la situazione e decidere se intervenire o no. Le scelte devono quindi essere fatte caso per caso.

La CDDGP ha inoltre elaborato una lista di criteri da considerare, tra cui una valutazione del numero plausibile di partecipanti e la necessità da parte degli organizzatori di prevedere piani di protezione (disinfettante, mascherine o ad esempio formazione di piccoli gruppi e una lista di presenza).

Il presidente della Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali (CCPCS) Stefan Blättler, in un'intervista pubblicata oggi sul Blick, ha respinto le critiche sul mancato intervento della polizia nel corso di recenti assembramenti, ad esempio proprio le dimostrazioni contro il razzismo che hanno riempito le strade di diverse città.

Secondo il numero uno della polizia bernese, "le restrizioni dovute al coronavirus sono ancora in vigore. Ma se avessimo disperso le persone in manifestazioni di queste dimensioni, probabilmente in seguito ancora più gente sarebbe scesa in strada. Avremmo dunque ottenuto l'effetto contrario", sostiene Blättler. Per impedire possibili rivolte, si è dunque deciso di lasciar correre senza intervenire.

Paradosso

L'organizzazione dirittifondamentali.ch ritiene che l'attuazione delle restrizioni sugli assembramenti sia inadeguata, poiché dipende da una libera valutazione delle forze dell'ordine.

Ciò, sottolinea l'associazione di giuristi, crea però un paradosso: più un tema è importante - e dunque attira più folla - e minori sono le possibilità di ottenere il permesso.

Nonostante diverse manifestazioni siano "tollerate", ad esempio quelle dello scorso weekend, questa situazione crea arbitrarietà. Per questo motivo, il Consiglio federale dovrebbe ripristinare il diritto alla libertà di espressione e di riunione, ritiene dirittifondamentali.ch.

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