Svizzera

Il Nazionale vuole sconti del 60% per le pigioni commerciali

La mozione è stata accolta oggi dalla Camera bassa e passa ora al Consiglio degli Stati. Rytz (Verdi): 'È l'ultima possibilità per trovare una soluzione'

Lo sconto dovrebbe riguardare tutto il periodo in cui è stata ordinata la chiusura da parte delle autorità (Ti-Press)
4 giugno 2020
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Ristoratori e gestori di altre attività che hanno dovuto sospendere il lavoro a causa del coronavirus devono beneficiare di uno sconto delle pigioni commerciali per tutto il periodo in cui è stata ordinata la chiusura da parte delle autorità. È quanto prevede una mozione adottata oggi dal Consiglio nazionale con 98 voti contro 84 e 2 astenuti.

Concretamente, ha spiegato la relatrice commissionale Regula Rytz (Verdi/BE) nel presentare l'atto parlamentare, le aziende dovrebbero versare al proprio locatore soltanto il 40% della pigione lorda per il periodo in cui sono costrette a restare chiuse a causa delle misure disposte dalle autorità, fino a un tetto massimo di 20'000 franchi. Le spese accessorie vanno comunque pagate integralmente, ha precisato l'altro relatore, Fabio Regazzi (PPD/TI).

Anche le aziende che hanno dovuto ridurre la propria attività potranno beneficiare di una riduzione. Per le pigioni comprese tra 15 e 20 mila franchi, le parti - affittuario e proprietario - possono decidere di non applicare il presente disciplinamento (clausola opt-out).

Si tratta di una misura studiata per evitare di assistere a un'ondata di fallimenti, ha spiegato Regazzi. Sono disposizioni sussidiarie, ha aggiunto, ricordando come eventuali accordi già conclusi tra le parti restino validi. Il Consiglio federale dovrà inoltre prevedere un fondo per i casi di rigore.

"È l'ultima possibilità per trovare una soluzione", ha aggiunto Rytz. La proposta di compromesso crea condizioni chiare ed eque per i casi in cui non è stata finora trovata una intesa amichevole. Secondo l'Ufficio federale di giustizia, inoltre, la mozione è compatibile con la garanzia della proprietà, ha sottolineato la bernese.

Una minoranza non ha condiviso queste argomentazioni e chiesto la bocciatura della mozione poiché reputa che la soluzione proposta costituisca un'ingerenza nei contratti di diritto privato. Si tratta insomma di una violazione della garanzia della proprietà sancita nella Costituzione. Mancano insomma le basi legali, ha ritenuto Olivier Feller (PLR/VD).

Christian Lohr (PPD/TG) ha poi fatto notare, invano, come a beneficiare della misura saranno anche grandi marchi internazionali presenti sulla Bahnhofstrasse di Zurigo che non hanno di sicuro bisogno di questi aiuti. Ne approfitteranno pure catene come McDonald's e Starbucks, ha aggiunto Feller.

C'è poi il problema dell'inuguaglianza di trattamento tra gli artigiani in affitto e quelli proprietari dei loro locali, ha aggiunto il vodese. La soluzione, considerando i tempi necessari per elaborare una modifica legislativa, non potrebbe in ogni caso entrare in vigore prima dell'estate 2021. Meglio quindi, secondo Feller, puntare sulle soluzioni concordate tra le parti.

Già durante la sessione straordinaria le due Camere avevano adottato delle mozioni sulle pigioni commerciali, non erano però riuscite a mettersi d'accordo su una soluzione. L'esame delle varie proposte è però continuato con l'obiettivo di giungere a un accordo entro la fine della sessione estiva. Questa nuova mozione, pur non perfetta, è una soluzione di compromesso che tiene conto dei diversi interessi in gioco, ha sottolineato Regazzi.

L'atto parlamentare passa ora agli Stati. Da notare che la Commissione dell'economia e dei tributi della Camera dei cantoni ha già depositato una mozione dal contenuto identico.

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