Svizzera

Vaud, aperta inchiesta per presunta frode su crediti Covid

Il Ministero pubblico vodese indaga su oltre un milione e mezzo di franchi trasferiti all'estero. Numerosi conti bancari sono stati bloccati

La procura ha avviato una vasta indagine (Ti-Press)
25 maggio 2020
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Il Ministero pubblico del canton Vaud ha aperto un'inchiesta su un presunto utilizzo fraudolento di fondi per il Covid-19. Oltre un milione e mezzo di franchi sarebbero stati trasferiti all'estero. Numerosi conti sono bloccati, indicano oggi la procura e la polizia cantonale in una nota congiunta.

Lo scorso 19 maggio nel canton Vaud è stata condotta una vasta operazione che ha portato alla perquisizione di alcuni locali e all'arresto di diversi cittadini svizzeri di origine turca. Essi sono sospettati di aver ottenuto in modo fraudolento crediti dalla Confederazione per fronteggiare la pandemia di coronavirus, indica il comunicato, precisando che è stata richiesta e ottenuta la detenzione preventiva per uno dei presunti colpevoli.

La procura ha avviato un'indagine per truffa, appropriazione indebita, amministrazione infedele aggravata, falsità in documenti, riciclaggio di denaro e contravvenzione all'ordinanza concernente la concessione di crediti e fideiussioni solidali in seguito al coronavirus.

Controlli limitati

Le segnalazioni alla giustizia vodese sono giunte tramite un rapporto dell'Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio di denaro (MROS), che è stato a sua volta avvertito da "un importante stabilimento bancario" che partecipa al programma volto alla concessione dei crediti.

"Diversi tipi di aziende sono coinvolte, soprattutto delle piccole e medie imprese", precisa il procuratore vodese Anton Rüsch all'agenzia Keystone-ATS.

I sospetti avrebbero ottenuti aiuti per diversi milioni di franchi da varie banche sulla base di false dichiarazioni, fuorviando gli istituti sul loro fatturato e approfittando dei limitati controlli.

Al momento oltre un milione e mezzo di franchi sarebbero già stati trasferiti all'estero, sebbene siano già state adottate misure per consentire il ritorno dei fondi, assicura la giustizia vodese.

Pochi casi sospetti di abuso

La facilità di accesso ai crediti in questione aveva già stuzzicato l'immaginazione di potenziali truffatori nel canton Zurigo. A metà maggio erano stati effettuati accertamenti su una trentina di richieste di credito.

Lo scorso 15 maggio la Segreteria di Stato dell'economia (SECO) aveva rivelato che i sospetti di abuso erano solo 36 sulle 123'000 imprese in grave difficoltà che avevano ottenuto i crediti Covid-19.

Al programma di crediti partecipano 123 banche. Circa 123'000 imprese - fino a una decina di giorni fa - avevano ottenuto liquidità per circa 14,6 miliardi di franchi (sui 40 miliardi messi a disposizione della Confederazione) e l'ammontare medio dei crediti accordati era di 110'000 franchi. Per somme superiori ai 500'000 franchi e fino a 20 milioni ci sono solo poche centinaia di domande.

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