Svizzera

Crediti ponte Covid, pochi i 'potenziali abusi' individuati finora

La Seco ha adottato un piano per scovare le domande illecite. Koch (Ufsp): nonni, ancora un paio di settimane di pazienza prima di tornare ad accudire i nipotini.

(Keystone)
16 maggio 2020
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Dal 26 marzo le imprese bisognose di liquidità possono chiedere crediti transitori Covid-19 garantiti dalla Confederazione (fideiussioni). La procedura è snella. Sulla base di una semplice autodichiarazione sono stati concessi in tempi brevissimi (da 123 banche) crediti per un importo complessivo di 14,6 miliardi di franchi (sui 40 messi a disposizione) a oltre 122mila imprese. Il rischio di abusi, però, è dietro l'angolo. Finora la Segreteria di Stato dell'economia (Seco) ne ha individuati 36 'potenziali', su un totale di 23mila accordi di credito. La Seco ha adottato ieri un piano di misure per combatterli. 

Si va dalla compilazione incompleta del modulo di domanda alle cifre falsificate sul fatturato; dalla possibilità che, al momento della richiesta, un’impresa si trovi in una procedura di fallimento o concordataria o in liquidazione, alle domande plurime presso banche diverse e alla violazione del divieto di distribuire dividendi. Questi sono i rischi potenziali. Tuttavia, il numero di casi effettivi di abuso è al momento limitato, ha reso noto oggi in una conferenza stampa a Berna Erik Jakob, a capo della Direzione per la promozione economica presso la Seco.

Il piano anti-abusi varato dalla Segreteria si avvale tra l'altro del registro dei numeri di identificazione delle imprese (Idi) e vede coinvolte diverse entià: dalle stesse banche all’ufficio centrale istituito dalle organizzazioni che concedono fideiussioni, passando dal Controllo federale delle finanze. Se necessario, verrà aggiornato cammin facendo.

All'inizio della settimana la polizia e la procura del cantone di Zurigo hanno comunicato che indagini sono state avviate per accertare diversi casi di richieste di sostegno finanziario sospette.

'Ragazzi, attivatevi per trovare un posto di tirocinio'

Altra novità: la Confederazione aumenterà il sostegno finanziario ai progetti lanciati da cantoni e organizzazioni del mondo del lavoro per mantenere e creare posti di apprendistato, minacciati dalla crisi.

Già si constata (soprattutto in Ticino e in Romandia) un calo dei contratti di tirocinio rispetto allo scorso anno, una diminuzione almeno in parte dovuta alla pandemia, ha spiegato Rémy Hübschi, vicedirettore del Segretariato di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione. In quest'ambito la situazione è destinata a rimanere tesa per un paio d'anni o tre.

Posti liberi ce ne sono ancora. Hübschi ha invitato i ragazzi che terminano la scuola dell'obbligo ad attivarsi per trovare al più presto una soluzione. Temporeggiare o optare per un decimo anno di formazione non è consigliato. I giovani farebbero meglio a optare piuttosto per una seconda scelta. Tra un anno, infatti, la possibilità di trovare il posto prediletto sarà ridotta, visto che altri giovani si affacceranno sul mercato del lavoro.

Nelle prossime settimane si vedrà se e fino a che punto ci sarà un «effetto-recupero» in seguito alla riapertura di alcuni settori e delle scuole dell’obbligo. In proposito la task force sta affinando i propri strumenti di monitoraggio e pubblicherà una prima stima a inizio giugno.

Il programma 'Posti di tirocinio Covid-19, lanciato oggi, permetterà alla Confederazione di sostenere progetti nei settori del coaching e mentoring per i giovani, per il mantenimento e la creazione di apprendistati, l'assegnazione dei posti, l'elaborazione di nuovi modelli formativi e la prevenzione dello scioglimento dei contratti di tirocinio.

Relazioni senza frontiere

A partire da stasera a mezzanotte il regime ai confini tra la Svizzera, la Germania e l'Austria viene progressivamente allentato. Le persone che hanno una relazione 'transfrontaliera', quelle che vogliono incontrare parenti o che hanno una casa secondaria nell'altro stato potranno passare i confini. Dovranno essere munite di un'autodichiarazione. Lo ha annunciato il segretario di Stato della migrazione Mario Gattiker. Finora potevano attraverso il confine soltanto le coppie sposate, in partenariato registrato o con figli. 

Per ora l'allentamento non riguarda la Francia, né tantomeno l'Italia. Qui, ha detto il segretario di Stato, la situazione è "diversa". L'evoluzione della pandemia nella vicina Penisola richiede ancora un po' di pazienza.

Le entrate in Svizzera per acquisti, benzina e per vacanze continuano a essere proibite, ha inoltre precisato Christian Bock, direttore dell'Amministrazione federale delle dogane (Afd). Alle dogane continueranno ad esservi controlli e resterà operativa anche la sorveglianza aerea. Al più tardi lunedì verranno riaperti tutti i valichi di frontiera con Germania e Austria.

Con la riapertura delle frontiere a nord e ad est, riprendono anche i collegamenti ferroviari transfrontalieri. Vincent Ducrot, Ceo delle Ffs, ha affermato che al momento sui treni ci sono molti posti liberi. Pochi passeggeri portano la mascherina, raccomandata in particolare nelle ore di punta, quando può essere difficile osservare la distanza di protezione. Più complicato risulta attuare il piano di protezione nei bus e nei tram, ma le imprese di trasporto stanno adoperandosi in questo senso. "Siamo molto soddisfatti, e fiduciosi che nell'intero settore nelle prossime settimane si potrà tornare alla normalità", ha dichiarato Ducrot.

Nonni, ancora un po' di pazienza

Nonni e nipotini, infine. Daniel Koch, delegato per il coronavirus dell'Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), ha ribadito la raccomandazione in vigore: sì a contatti fisici di breve durata, no alla custodia. Per tornare ad accudire i nipotini, la maggioranza dei nonni dovrà portare ancora un po' di pazienza: se tutto va bene forse un paio di settimane, ha precisato Mister coronavirus. 

 

 

 

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