Svizzera

Aiuti dalla Svizzera per 400 milioni ai Paesi poveri

Prestiti senza interessi da 200milioni al CICR, altri 25 milioni per contenere le catastrofi. Si dovrà esprimere il Parlamento

Il consigliere federale Ignazio Cassis (keystone)
1 maggio 2020
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Il Consiglio federale vuole stanziare 400 milioni di franchi per mitigare le conseguenze della pandemia di coronavirus nei Paesi in via di sviluppo, o coinvolti in conflitti e catastrofi. In queste zone la situazione, già precaria, è destinata ad aggravarsi.

Come primo passo, ha spiegato oggi il consigliere federale Ignazio Cassis, l'esecutivo ha deciso di concedere al Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) un prestito senza interessi di 200 milioni di franchi rimborsabile entro sette anni. Altri 25 milioni di franchi saranno versati per un fondo che mira al contenimento degli effetti delle catastrofi (Catastrophe Containment and Relief Trust) creato dal Fondo monetario internazionale (FMI).

Il Parlamento si esprimerà sui due crediti durante la sessione estiva, ha precisato Cassis. In una seconda fase, presumibilmente in maggio, l'esecutivo chiederà lo stanziamento di ulteriori contributi per un importo massimo di 175 milioni di franchi destinati a diverse organizzazioni attive sul piano globale.

"Il virus non conosce frontiere. La pandemia ha un notevole impatto sulla vita di tutte le persone, in particolare per chi vive nei Paesi in via di sviluppo", ha sottolineato Cassis, aggiungendo che in diverse zone la crisi del coronavirus si aggiunge a una situazione già critica che aumenta il rischio di agitazioni sociali e anche di migrazioni. "Una sfida globale richiede una risposta globale", poiché l'instabilità sociale a livello mondiale colpisce anche la Svizzera, ha ribadito il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).

Il Consiglio federale, con questa decisione, risponde anche a una mozione della Commissione della politica estera del Consiglio nazionale che la scorsa settimana aveva chiesto di aumentare di 100 milioni le risorse destinate all'aiuto umanitario per il 2020 allo scopo di combattere la crisi del coronavirus e la precaria situazione riscontrabile nei campi profughi, ha indicato il consigliere federale

Cassis ha poi ricordato quanto fatto dalla Confederazione nei confronti di altri Paesi, ad esempio gli aiuti all'Italia tramite la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC). Il DFAE, su appello di alcuni stati in difficoltà, ha già inviato nelle scorse settimane altro materiale in Cina, Nepal e Serbia, contribuendo anche a fornire aiuto in Grecia.

"Questa crisi ha cambiato le carte in tavola", ha detto il consigliere federale, sostenendo che questa situazione potrà portare a rivedere una parte della strategia di cooperazione internazionale della Confederazione, anche nelle relazioni con l'Unione europea.

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