Svizzera

La festa in tono minore, il lavoro in crisi per il Covid-19

Quasi 2 milioni di dipendenti dovranno cavarsela con l'80% di un salario già basso. L'Uss chiede compensazioni e una riduzione temporanea dei premi malattia

La manifestazione a Basilea (foto keystone)
1 maggio 2020
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"Spero che il riconoscimento del valore del lavoro e della solidarietà non vada perduto una volta superata la crisi": il consigliere federale Alain Berset si è rivolto così stamane alla popolazione via Twitter, in occasione della festa del Primo maggio.

"Questa crisi mette in evidenza ciò che porta avanti la nostra Svizzera: istituzioni forti con persone che fanno il loro lavoro ogni giorno e dimostrano molta solidarietà", che in realtà ogni giorno è un giorno di lavoro.

Come Berset, anche i sindacati celebrano la Festa del lavoro - posta quest'anno sotto il motto "Solidarietà. Ora più che mai" - su Internet. A causa della pandemia di Covid 19, per la prima volta nei 130 anni di storia delle organizzazioni dei lavoratori sono infatti stati cancellati i tradizionali raduni per il 1° maggio.

Oltre all'appello alla solidarietà, i sindacati approfittano dell'occasione per riproporre anche richieste di carattere socio-politico, enfatizzando che la crisi legata al coronavirus ha mostrato chi è in realtà la vera e propria spina dorsale che sostiene l'economia. Malgrado ciò, è stato ribadito da più parti, il valore del lavoro continua ad essere sottovalutato e il personale è malpagato.

Unia chiede fondo nazionale transitorio

Il sindacato Unia chiede un fondo nazionale transitorio per i lavoratori che si trovano in una situazione di lavoro precario. Si tratta di persone che sono cadute attraverso le maglie del regime di sostituzione del reddito indetto sull'onda della pandemia e di quelle dell'assicurazione contro la disoccupazione. Inoltre Unia chiede che i salari inferiori a 5.000 franchi al mese ricevano il 100% dell'indennità per lavoro ridotto e non solo l'80%.

Il sindacato si dice convinto che la Svizzera possa superare la crisi: la Banca nazionale svizzera (BNS) dispone di 800 miliardi di franchi "che ci appartengono" e la Confederazione genera regolarmente eccedenze. Ora è il momento di eliminare le scappatoie fiscali per i ricchi, di scremare i dividendi dei "profittatori della crisi" e di ridurre le spese militari inutili, conclude Unia.

Lavoratori sono spina dorsale

Il sindacato Syndicom dal canto suo chiede un ripensamento dell' "apprezzamento" dei dipendenti: essi costituiscono la spina dorsale dell'economia e soprattutto ora, in occasione della crisi di corona virus, si sono assunti la maggior parte dei rischi.

I dipendenti mantengono vivo il paese: a loro rischio e pericolo garantiscono i servizi di base, sottolinea Syndicom, lamentando tuttavia una mancanza di apprezzamento nei loro confronti, in particolare a livello di salari e di condizioni di lavoro.

L'associazione sindacale Travail.Suisse critica invece il fatto che sia necessario recuperare un ritardo in materia di giustizia sociale. Nella crisi attuale, la gente si è resa conto dell'importanza di condizioni di lavoro regolamentate e di sistemi di sicurezza sociale funzionanti. Senza questi risultati, ottenuti grazie alle pressioni dei sindacati, la crisi sarebbe molto più minacciosa per l'esistenza stessa della popolazione.

Vi è tuttavia ancora un ritardo da colmare: soprattutto i dipendenti dei settori fortemente sollecitati dalla crisi e le donne continuano ad essere scarsamente pagati e poco apprezzati. La giornata odierna è quindi dedicata alla richiesta di migliori salari e di condizioni di lavoro più consone.

Le lotte che verranno

Il Partito Svizzero del Lavoro - Partito Operaio e Popolare (PSdL-POP) formula dal canto suo una serie di rivendicazioni in occasione delle celebrazioni del Primo Maggio. Considerato che la crisi economica sta già "colpendo duramente le classi popolari", il partito chiede che la protezione dei lavoratori abbia la precedenza e che essi vengano interpellati nei processi decisionali.

In questo contesto il partito chiede l'introduzione di una tassa sui grandi patrimoni per sostenere le vittime della crisi, l'impiego dei dividendi per finanziare e per rafforzare la sanità pubblica, il divieto di licenziare per tutte quelle aziende che hanno ricevuto aiuti dalla Stato come pure più controlli e sanzioni per le società che abusano degli aiuti statali ricevuti.

Infine, è richiesto "un aumento del personale di cura e il ritiro da parte del Consiglio federale dell'ordinanza che allunga gli orari di lavoro di questo settore".

1° maggio online

Quest'anno il Primo Maggio maggio viene celebrato quasi esclusivamente online: a partire dalle 13.00, in diretta dalla Volkshaus di Zurigo, diversi oratori prenderanno la parola esprimendosi sulla Festa del lavoro. Nel mondo reale, la giornata è stata resa fisicamente visibile dagli immensi striscioni con la scritta "Solidarietà ora più che mai" appesi ai balconi dall'Unione sindacale svizzera (USS) in sostituzione dei tradizionali nastri del Primo Maggio da appuntare ai colletti.

A Zurigo i manifestanti hanno espresso la loro solidarietà dal balcone, chiedendo salari più alti per il personale di vendita e per quello del settore sanitario a suon di fischietti e di coperchi picchiati assieme. La "dimostrazione rumorosa" si è tenuta alle 11.00 su invito della sezione zurighese dell'USS.

Numerose le personalità di spicco

Molte le celebrità sindacali intervenute in livestream: vi sono stati discorsi del presidente dell'USS Pierre-Yves Maillard, della presidente dell'Unia Vania Alleva e di altri oratori. Tra di essi pure la vicepresidente del PS Ada Marra, la co-segretaria generale del PS Rebekka Wyler e la presidente dei Verdi Regula Rytz.

Maillard ha sottolineato che uno dei principali problemi legati alla crisi attuale è quello dell'enorme perdita di potere d'acquisto. Quasi due milioni di dipendenti dovranno - a causa del lavoro ridotto - cavarsela con l'80% di un salario già di per sé basso. Per loro bisognerebbe prevedere una compensazione totale della busta paga come pure, secondo Maillard, una riduzione temporanea dei premi dell'assicurazione malattia.

Il presidente dell'USS ha anche sollecitato un pacchetto di incentivi economici, analogo a quello che era stato messo a punto nel 2008 per far fronte alla crisi finanziaria causata dalle banche.

Vania Alleva ha dal canto suo espresso preoccupazione per l'allentamento delle misure di lotta contro la pandemia: già ora i controlli sui cantieri, che durante la crisi non sono stati chiusi, sono carenti, con l'apertura di altri settori diventerà ancora più difficile.

La presidente dell'Unia prevede che nell'imminente recessione la pressione sui salari aumenterà enormemente: bisognerà fare tutto il possibile per assicurare che i dipendenti non debbano pagare il conto della crisi.

Sempre dalla Volkhaus di Zurigo, Regula Rytz ha sottolineato come la pandemia abbia portato sotto i riflettori mestieri che solitamente vengono trascurati, come quelli sanitari o della vendita: questi lavoratori dovrebbero ricevere un bonus.

La crisi, ha aggiunto la consigliera nazionale, colpisce più duramente le persone che già si trovano in una situazione precaria e gli indipendenti che lavorano da soli in una microazienda. Rytz ha anche annunciato che sosterrà il divieto di versamento dei dividendi presso le aziende che beneficiano di un lavoro a tempo parziale.

Ospiti da oltre confine

Come ogni 1° maggio, alle manifestazioni svizzere sono invitati anche i simpatizzanti provenienti dall'estero. Quest'anno si segnalano il vicepresidente del partito di governo tedesco SPD Kevin Kühnert, l'esponente della formazione politica tedesca Die Linke Gregor Gysi nonché i cabarettisti Patti Basler e Philippe Kuhn.

Da parte sua la sezione Ticino e Moesa dell'USS ha scelto lo slogan "Sicurezza sul lavoro, sicurezza del lavoro". La sicurezza sul lavoro è centrale sempre, ma in questo momento ancora di più, viene affermato.

Sul sito www.uss-ti.ch, sulla pagina Facebook dell'USS-Ti e su quelle delle Federazioni sindacali ticinesi sono pubblicati numerosi brevi video autoprodotti da lavoratrici e lavoratori, e da scrittrici, scrittori, poeti e musicisti tra cui Alberto Nessi, Doris Femminis, Fabio Pusterla, Ginevra Di Marco, Lavinia Mancusi, Rossana Taddei e Leo Leoni.

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