Svizzera

Ffs, col coronavirus piove sul bagnato

BIlancio 2019 'in chiaroscuro', puntualità 'insoddisfacente ed enormi difficoltà operative. E adesso l'epidemia riduce del 10-20% il numero dei passeggeri.

Il Ceo uscente delle Ffs Andreas Meyer
(Keystone)
10 marzo 2020
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Utile netto complessivo giù del 18,5% a 463 milioni di franchi, a 215 milioni (da 241, -11,1%) quello del settore Viaggiatori, nonostante una media giornaliera record di 1,32 milioni di passeggeri trasportati (+5,8%); puntualità dei treni peggiorata e "insoddisfacente", in particolare nel quarto semestre e su scala regionale; crollo per il settore merci, passato da 12,9 a 3 milioni di franchi (-76,6%).

Il 2019 delle Ffs è stato "in chiaroscuro". Così almeno lo vede il direttore generale Andreas Meyer, alla sua ultima conferenza stampa di bilancio ieri a Berna prima di passare il testimone a Vincent Ducrot. Si tratta tuttavia del secondo miglior risultato per le Ffs, ha sottolineato il responsabile delle finanze Christoph Hammer. Non a caso i sindacati Sev e Transfair hanno subito rivendicato una partecipazione adeguata del personale ai guadagni.

'Sistema al limite'

Il calo dell'utile netto, ha spiegato il Ceo uscente, è dovuto anche ai rimborsi ai clienti a causa della mancanza di capacità e dei maggiori contributi al personale che - date le circostanze - ha fatto uno sforzo speciale. Le "circostanze" sono queste: guasti, errori di pianificazione nell'impiego e nella formazione del personale di locomotiva, aumento della domanda, carenza di veicoli, problemi nell'orario e cantieri per lavori di manutenzione e ampliamento.

Il tutto si è ripercosso sulla puntualità. Nel 2019 oltre un treno su dieci non è giunto a destinazione in orario. La puntualità è in diminuzione di 0,6 punti percentuali e si è attestata all'89,5% dei treni in circolazione, mentre per le coincidenze è stata del 96,8% (-0,2 punti). Nel quarto trimestre la quota dei treni in orario è scesa all'83%, ha deplorato Meyer. "Il sistema ha raggiunto un po' i suoi limiti", ha dal canto suo affermato Monika Ribar, presidente del consiglio di amministrazione.

Per il quarto anno di seguito, affermano le Ffs, anche nel 2019 non ci sono stati aumenti di prezzi. Lo scorso anno sono stati venduti 123,6 milioni di biglietti (+15,1%), di cui oltre la metà (52,8%, +28%) è stata emessa attraverso canali digitali. La vendita agli sportelli e ai distributori automatici è ulteriormente diminuita e la quota di persone che acquistano autonomamente il biglietto ha raggiunto un record del 90,6%, sostengono le Ffs.

In forte aumento anche i biglietti risparmio venduti (8,8 milioni, +60%), il cui obiettivo è di diluire il traffico di passeggeri offrendo sconti sui treni meno frequentati. Nel 2019 il valore totale di sconto è stato pari a 120 milioni di franchi (+50%) ed è riproposto anche per il 2020. Il Sorvegliante dei prezzi ha confermato ieri in una nota questa misura. Stefan Meierhans ritiene l'utile realizzato dalle Ffs nel traffico a lunga percorrenza (132 milioni, in calo di circa 50 milioni) ancora troppo alto. È necessario dunque compensarlo con questa offerta, osserva Mister Prezzi. La Fondazione svizzerotedesca per la protezione dei consumatori (Sks) chiede invece biglietti normali a prezzi inferiori per tutti, anziché biglietti risparmio a beneficio di pochi.

'Proteggere collaboratori e passeggeri'

A causa dell'epidemia di coronavirus, i passeggeri nelle stazioni e sui treni delle Ffs sono diminuiti del 10%-20%. I viaggiatori diretti in Italia sono calati addirittura del 90%, quelli che vanno in Francia del 60%. Il diffondersi del virus comporta per l'azienda ferroviaria una perdita di circa mezzo milione di franchi al giorno, è stato annunciato martedì in occasione della conferenza stampa di bilancio.

Le Ffs vogliono proteggere collaboratori e passeggeri. A questo scopo installeranno pannelli in plexiglas nei punti vendita, ha dichiarato il direttore generale uscente Andreas Meyer. Non ci sono invece le capacità per mettere a disposizione disinfettanti sui treni e nelle stazioni.

Anche AutoPostale ha preso le prime misure per evitare il diffondersi dell'epidemia: la vendita dei biglietti da parte dei conducenti sarà interrotta a partire dall'11 marzo per ridurre il rischio di infezione per passeggeri e autisti. Ai passeggeri verrà chiesto di acquistarli attraverso altri canali: distributori automatici, shop online o applicazioni, precisa un comunicato. Inoltre la porta anteriore degli autopostali rimarrà chiusa per evitare contatti troppo ravvicinati. Si tratta di "prevenire le assenze per motivi di salute del personale di guida, in modo da poter mantenere l'orario regolare", spiega la nota.

Venerdì, l'Ufficio federale della sanità pubblica ha raccomandato di favorire il lavoro da casa dove questo è possibile e di evitare - soprattutto per i gruppi a rischio - di viaggiare sui mezzi pubblici durante le ore di punta. Per il momento, non si sa se queste raccomandazioni avranno un impatto anche sul traffico urbano.

Un impulso alla politica di trasferimento

Occorrono maggiori fondi per promuovere il trasporto di merci per ferrovia attraverso le Alpi. Ne è convinto il Consiglio nazionale, che ha deciso di ritoccare al rialzo, e in modo superiore a quanto chiesto dal governo, il relativo limite di spesa. Adottata anche una mozione per chiedere un nuovo accesso alla trasversali alpine dalla Francia.

Il Consiglio federale ha proposto di aggiungere ulteriori 90 milioni di franchi all'attuale credito di 1,675 miliardi. L'esecutivo auspica anche un prolungamento della sua validità al 2026 invece del 2023. Con 183 voti favorevoli e solo 7 contrari, la Camera del popolo ha però deciso che il contributo va aumentato di 385 milioni e la sua validità estesa al 2030.

"Quello che è stato intrapreso finora non è sufficiente per raggiungere l'obiettivo del trasferimento modale", ha detto il relatore commissionale Kurt Fluri (Plr/So). L'obiettivo di 650mila transiti transalpini è lungi dall'essere soddisfatto: nel 2018 si è attestato a quota 941mila.

L'entrata in servizio in dicembre della galleria di base del Ceneri e lo sviluppo del corridoio di 4 metri sull'asse del San Gottardo non saranno sufficienti per raggiungere l'obiettivo di trasferimento. L'estensione al 2030 della validità del decreto federale è quindi giustificata, ha aggiunto l'altra relatrice commissionale Isabelle Pasquier (Verdi/Ge).

In diversi hanno rivolto lo sguardo a nord, criticando le vie d'accesso: "Sono necessari maggiori sforzi da parte dei Paesi a noi vicini", ha sostenuto Martin Candinas (Ppd/Gr).

Per questo motivo la Camera ha adottato un atto parlamentare per migliorare l'accesso da nord alle trasversali alpine. Il Consiglio federale è invitato ad avviare discussioni con Francia e Belgio per arrivare a un trattato internazionale sullo sviluppo delle infrastrutture in quella zona. Lo scopo è di favorire ancora di più lo spostamento del trasporto merci dalla strada alla ferrovia prevedendo un'alternativa alla linea che passa dalla Germania, in grande ritardo per quanto riguarda la costruyione delle vie d'accesso. Il governo è pronto a intraprendere i passi necessari, ha affermato la consigliera federale Simonetta Sommaruga.

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