Svizzera

Promosse le accuse contro ex segretario Fifa e presidente Psg

il francese Valcke avrebbe accettato vantaggi su una lussuosa villa in Sardegna senza comunicarli alla federazione del calcio

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20 febbraio 2020
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Il Ministero pubblico della Confederazione (Mpc) ha promosso l'accusa contro Jérôme Valcke, ex segretario generale della FIFA, Nasser Al-Khelaifi, presidente del Paris Saint-Germain e direttore di BeIN Media Group, nonché di un terzo uomo d'affari accusati di essere coinvolti nello scandalo dei diritti di trasmissione per diversi mondiali di calcio e altri eventi. Al centro della vicenda vi è una lussuosa villa in Sardegna.

Il francese Valcke è accusato di corruzione passiva, ripetuta amministrazione infedele qualificata e falsità in atti, mentre l'imprenditore qatariota e il terzo uomo d'affari coinvolto nella vicenda - di cui l'MPC non rende note le generalità - sono accusati di istigazione all'amministrazione infedele qualificata commessa dall'ex segretario generale della FIFA.

Lo indica in una nota odierna l'MPC, precisando che al terzo imputato è contestato inoltre di essersi reso colpevole di corruzione attiva.

I fatti riguardano una controversa operazione relativa a una villa in Sardegna. Valcke avrebbe accettato vantaggi senza comunicarli alla FIFA, violando così i suoi doveri e procacciandosi un indebito profitto. Avrebbe inoltre falsificato i bilanci della sua azienda, la Sportunited, contabilizzando tre pagamenti sospetti come prestiti.

"I rimproveri relativi alla corruzione attiva e passiva sono dovuti al fatto che, tra il 2013 e il 2015, Valcke ha esercitato la sua influenza in qualità di segretario generale della FIFA per influire sulle procedure di aggiudicazione di diritti di trasmissione per l'Italia e la Grecia per diversi mondiali di calcio e FIFA Confederations Cup nel periodo tra 2018 e il 2030 a favore di partner mediatici che godevano del suo favore", scrive oggi l'MPC. In cambio, il terzo imputato ha promesso ed erogato a Valcke i tre pagamenti sotto indagine per un valore complessivo di 1,25 milioni di euro (oltre 1,3 milioni di franchi).

La vicenda nel dettaglio

Dalle indagini è emerso che Valcke - allora segretario generale della Federazione internazionale di calcio - ha ricevuto vantaggi indebiti da entrambi gli altri due coimputati senza avvisare la FIFA: al funzionario francese è stato restituito un acconto di circa 500'000 euro (oltre 530'000 franchi) da lui versato a terzi per una villa in Sardegna. Al-Khelaifi - tramite una società - aveva acquistato la proprietà al posto di Valcke.

In seguito, lo stesso Valcke ha ottenuto dal magnate qatariota il diritto esclusivo di godimento della villa sarda per 18 mesi (fino alla sua sospensione dalla FIFA). Il funzionario francese, secondo le stime, avrebbe però dovuto pagare una pigione - mai versata - tra 900'000 e 1,8 milioni di euro (tra 950'000 e 1,9 milioni di franchi circa). Il terzo imputato ha così versato all'azienda Sportunited di Valcke tre pagamenti per un totale di 1.25 milioni di euro, che l'ex funzionario ha fatto figurare nei bilanci come prestiti.

La Guardia di Finanza di Sassari, nell'ottobre 2017, aveva sequestrato a una società immobiliare internazionale "Villa bianca", una lussuosa residenza di Porto Cervo sulla Costa Smeralda, nel nord della Sardegna, che già allora si sospettava essere usata per corrompere Valcke. Il valore complessivo si aggirerebbe attorno ai sette milioni di euro (poco meno di 7,5 milioni di franchi)

Tuttavia, l'MPC non è riuscito a dimostrare un altro sospetto, secondo il quale Valcke avrebbe accettato un orologio di lusso regalatogli dal presidente del PSG Al-Khelaifi. In merito è stato pertanto emanato un decreto d'abbandono nel corso del mese corrente.

FIFA accusa, ma poi ritira parzialmente querele

"La base di questo procedimento penale avviato a marzo 2017 e condotto in stretta collaborazione con l'Ufficio federale di polizia (fedpol) era anche una querela della FIFA pervenuta a dicembre 2016 per corruzione privata contro tutti e tre gli imputati", rende noto l'MPC. In seguito a un ultimo interrogatorio svolto dalla procura nel dicembre 2019 - e all'annuncio di aver promosso delle accuse contro i tre indagati - la Federazione calcistica ha comunicato il mese scorso di aver raggiunto un accordo amichevole con l'imprenditore qatariota Al-Khelaifi.

Non solo, la FIFA ha anche ritirato la sua querela contro il presidente del PSG e in parte anche contro Valcke: "Il ritiro riguarda i rimproveri di corruzione attiva e passiva tra Al-Khelaifi e Valcke relativi all'aggiudicazione di diritti di trasmissione per i mondiali di calcio 2026 e 2030 nonché per ulteriori eventi della FIFA nello stesso periodo per la regione Medio Oriente e Africa del Nord, in cambio della concessione dei vantaggi sopracitati legati alla villa in Sardegna", annuncia la procura federale.

Il caso si è così sgonfiato, poiché in mancanza di una querela di parte in merito a corruzione di privati, l'MPC è costretto ad abbandonare il procedimento in relazione a questo sospetto.

Il ritiro parziale, però, non riguarda i rimproveri di corruzione attiva e passiva tra Valcke e il terzo imputato, che vengono ora contestati. Inoltre, il ritiro parziale non ha alcuna ripercussione sul procedimento penale legato ai reati perseguibili d'ufficio, ossia i sospetti di amministrazione infedele, istigazione all'amministrazione infedele e falsità in atti, ora contestati dall'MPC.

Rischio prescrizione

Nell'ambito di questo procedimento penale vi è però il rischio di prescrizione. Una domanda di ricusazione è infatti attualmente pendente presso il Tribunale penale federale (TPF) e la decisione di quest'ultimo potrebbe avere ripercussioni sul procedimento.

L'MPC ha tuttavia deciso di promuovere comunque l'accusa adesso, poiché nell'ultimo trimestre 2020 vi sarà la prescrizione del procedimento penale di singoli fatti.

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