Svizzera

8'000 franchi al mese per mantenere un siriano violento

Polemica ad Aarau: il governo argoviese elenca i costi del programma speciale seguito da un 14enne, in Svizzera da 5 anni, che aveva picchiato una maestra

(Ti-Press)
24 gennaio 2020
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Il governo argoviese prende oggi posizione sui costi del programma speciale seguito da un quattordicenne siriano che la scorsa estate aveva brutalmente picchiato la sua docente a Möriken-Wildegg. Le spese si aggirano sugli 8'000 franchi al mese, scrive il Consiglio di Stato in una nota redatta in risposta a un'interpellanza dell'Udc. Più in dettaglio, l'esecutivo specifica che i costi mensili per la struttura che lo ospita sono in media di 4'350 franchi, quelli scolastici ammontano a 3'000 franchi mentre quelli per il "mental training" (allenamento mentale) a circa 570 franchi. Il ragazzo, in Svizzera da circa cinque anni con la sua famiglia, aveva rotto la mandibola alla sua insegnante con un pugno. La docente voleva controllare se aveva con sé un coltello, come avvenuto in passato. La donna è andata in pensione alla fine dello scorso anno.

Similitudini col caso Carlos

Il caso, portato alla luce dalla 'Weltwoche', ha sollevato polemiche anche per il fatto che l'adolescente ha completato un corso di pugilato. In questo senso la sua vicenda è stata paragonata da alcuni a quella di Carlos, noto alle cronache per numerosi atti violenti e la presa a carico di cui ha goduto. Nella sua risposta, il Consiglio di Stato argoviese spiega che non si è trattato di una preparazione per una competizione, ma di un corso per sviluppare autoconsapevolezza e autocontrollo. I costi saranno liquidati attraverso la Magistratura dei minorenni e fanno parte delle spese del procedimento penale minorile. Una perizia medico-psichiatrica, non ancora disponibile, costerà altri 15'000 franchi. Questa dovrebbe tener conto dei risultati di diverse valutazioni, secondo le quali il ragazzo ha buone possibilità di reinserirsi con successo. Il quattordicenne avrebbe peraltro dovuto reintegrare la scuola di Lenzburg nell'autunno dello scorso anno, ma la procedura è stata bloccata a causa dell'attenzione mediatica, che non avrebbe permesso un reinserimento ordinato, precisa il governo.

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