Svizzera

Cannabis, un po' di tutto

Torna l’hascisc importato, spuntano miscele di marijuana illegale ‘tagliata’. Si consuma e si guadagna meno di quanto si pensi. Dipendenze Svizzera a favore dei progetti pilota.

Uno studio rileva le tendenze più recenti del mercato
23 gennaio 2020
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In Svizzera hascisc e marijuana sono gli stupefacenti più venduti per quantità, ma hanno un giro d’affari inferiore a quello della cocaina. È quanto risulta da uno studio condotto nel canton Vaud, che ha permesso estrapolazioni a livello nazionale. Dalla ricerca emergono un paio di altre novità: il ritorno dell’hascisc importato e l’apparizione di miscele di cannabis legale e illegale. Secondo l’indagine – condotta congiuntamente da Dipendenze Svizzera, dall’Istituto di criminologia dell’Università di Losanna e da Unisanté – la quantità di cannabis (hascisc, marijuana e affini) spacciata è da quattro a sette volte superiore a quella di tutti gli altri stupefacenti messi assieme.
Il consumo annuo nel canton Vaud è valutato tra 3,5 e 5,1 tonnellate, pari a oltre 50mila spinelli fumati ogni giorno. A ciò vanno aggiunti i sequestri della Polizia cantonale (183 kg), che costituiscono il 3,5%-5% del volume totale. Estrapolando, a livello svizzero il consumo si situerebbe sulle 40-60 tonnellate l’anno: molto meno delle 100 spesso citate, sottolineano gli autori della ricerca.

Il mercato vodese della cannabis crea un giro d’affari annuo fra i 32 e i 46 milioni di franchi, con utili per gli spacciatori di 20-30 milioni. Si tratta di cifre inferiori a quelle dello spaccio di cocaina ma nettamente superiori rispetto a eroina, ecstasy e anfetamine. Secondo le stime pubblicate nel 2018 dai tre istituti, il ‘fatturato’ degli spacciatori vodesi di cocaina è tra i 47 e i 57 milioni di franchi all’anno, per un utile tra i 28 e i 39 milioni. Estrapolando dalle cifre del canton Vaud, i ricercatori hanno valutato a 340-500 milioni annui il giro d’affari a livello nazionale dello spaccio dei derivati della canapa, con guadagni sui 200-325 milioni. «Pensavamo che la cannabis fosse il più grande mercato in tutti i sensi, ma il suo fatturato è risultato meno importante di quello della cocaina, pur rimanendo chiaramente superiore ad altri stupefacenti», spiega Frank Zobel, vicedirettore di Dipendenze Svizzera.

Gli autori dello studio mostrano anche quanto sia eterogeneo il mercato della cannabis. «È una grotta di Alì Babà, qui si trova di tutto», dice Zobel. In particolare si è rilevato un ritorno dell’hascisc importato, che era stato soppiantato negli anni 90 dalla marijuana prodotta localmente. «Questo hascisc proviene quasi esclusivamente dal Marocco, dove i coltivatori hanno cambiato le loro piante per offrire un prodotto con più Thc», precisa Zobel. Oggi si sta verificando una sorta di riequilibrio. Sulla base dei dati disponibili, si stima che le importazioni (resina ed erba) siano ormai simili in volume alla produzione locale.

Una nuova miscela

La resina di canapa (hascisc) sta nuovamente occupando un posto non trascurabile (circa il 30% del mercato), soprattutto perché viene consumata dagli utilizzatori intensivi e il suo livello di Thc è aumentato (28% in media in un campione di sequestri). Secondo le valutazioni, la produzione locale di marijuana su piccola scala costituisce circa un decimo del mercato.
Il vicedirettore di Dipendenze Svizzera segnala inoltre la comparsa di una nuova miscela, una marijuana illegale ad alto contenuto di Thc tagliata con quella legale al Cbd (cannabidiolo reputato per i suoi usi officinali). La sovrapproduzione e la caduta dei prezzi sul mercato legale della cannabis è una delle ragioni della comparsa di un tale prodotto, che può anche avere lo stesso contenuto di Thc e di Cbd (5-6% ciascuno, in genere)

Lo studio mostra poi che il mercato vodese dei derivati della canapa, e per estensione quello svizzero, è sostenuto dai consumatori abituali, ossia che ne fanno uso 20 o più giorni al mese. Essi rappresentano meno del 9% di tutti gli utilizzatori ma si fumano la metà della marijuana o dell’hascisc venduti. Si tratta di 5-7mila persone a livello cantonale, che spendono in media 314 franchi al mese. Ma anche i consumatori o ex consumatori di eroina hanno un peso importante: sono solo l’1-2% di tutti i consumatori, ma consumano circa il 10% del volume totale della cannabis.

Secondo Frank Zobel questi studi permettono «di capire molto meglio l’universo in cui vivono i consumatori di droga». Le ricerche, realizzate grazie all’analisi delle acque reflue e con interviste a utenti e poliziotti, aiutano anche a «sfatare i cliché» riguardanti questo mercato. Per quanto riguarda la cannabis, Zobel afferma che «il proibizionismo non funziona molto bene. Bisogna provare qualcos’altro, soprattutto per proteggere meglio i giovani. Siamo a favore di una regolamentazione intelligente». Dipendenze Svizzera sostiene i progetti pilota per inquadrare meglio il consumo.

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