Svizzera

Wef di Davos, aeroporto di Zurigo blindato

700 agenti schierati per proteggere gli ospiti in arrivo: domattina sbarcherà Donald Trump. Nei Grigioni è partita la seconda tappa della marcia di protesta

Keystone
20 gennaio 2020
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Circa 130 personalità protette dal diritto internazionale, oltre a 5 membri di famiglie reali, 22 presidenti di Stato e 23 primi ministri sono in arrivo all'aeroporto di Zurigo, per recarsi al Forum economico mondiale (Wef) di Davos (GR). La polizia zurighese è presente con centinaia di agenti.

Il periodo di maggiore attenzione è previsto per domani (martedì) mattina, quando all'aeroporto dovrebbe atterrare l'aereo del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Sul posto saranno attivi più di 400 agenti della polizia cantonale e 300 della polizia cittadina. Saranno impiegati anche tiratori scelti.

I responsabili dell'aeroscalo avevano già annunciato la settimana scorsa che i rappresentanti dei media non potranno seguire l'arrivo e la partenza del presidente Trump. Da oggi sono spente anche le webcam che normalmente trasmettono dall'aeroporto.

Il trambusto legato al Wef, con un migliaio di movimenti aerei supplementari nel corso della settimana, interesserà inevitabilmente anche chi non si deve recare a Davos. Per garantire la sicurezza, saranno effettuati numerosi controlli di persone e veicoli nelle vicinanze dell'aeroporto. La polizia prevede perturbazioni del traffico e invita gli automobilisti ad evitare la zona dell'aeroporto.

La seconda tappa della marcia per la 'giustizia climatica'

Circa 350 persone sono partite stamane da Schiers verso Klosters, in Prettigovia (GR), per la seconda tappa della la marcia di tre giorni verso il Forum economico mondiale (WEF) di Davos, organizzata dagli ambientalisti riuniti nell'alleanza Strike WEF in favore della tutela climatica.

Il tema della "giustizia climatica" interessa anche la popolazione della Prettigovia, si legge in un comunicato odierno degli organizzatori. Ieri a Schiers c'è stata una discussione molto approfondita e si sono affrontate questioni su cosa fare a livello regionale per contrastare il cambiamento climatico.

Un'ottantina di persone hanno partecipato alla discussione, che ha avuto come principale argomento la revisione parziale della legge cantonale sull'energia, ritenuta insoddisfacente. Si è inoltre parlato di questioni relative all'agricoltura e ai consumatori.

Gli interventi del pubblico - sottolinea il comunicato - hanno mostrato chiaramente che alcuni agricoltori della regione sono frustrati perché a volte hanno la sensazione di fare tutto sbagliato quando si tratta di proteggere il clima e l'ambiente. Ci sono state anche proposte concrete di soluzioni, come impiegare maggiormente il lavoro umano che quello delle macchine.

All'inizio della seconda tappa della marcia, la portavoce dei media Payal Parekh ha ribadito che "la politica economica dei grandi gruppi presenti al WEF contribuisce all'ingiustizia globale. Le multinazionali sono responsabili dell'attuale crisi climatica".

Secondo gli ambientalisti di Strike WEF occorrono decisioni politiche coraggiose per costringere la comunità imprenditoriale ad adottare misure di protezione del clima, in modo da poter raggiungere almeno gli obiettivi dell'Accordo di Parigi.

Abbiamo bisogno di un cambiamento di sistema non di un cambiamento climatico - aggiungono. Una crescita senza fine non esiste. Le aziende rappresentate al WEF non devono più avere spazio in questa forma, perché distruggono le basi della vita di tutti noi.

Le autorità grigionesi hanno intanto dato il permesso al corteo di Strike WEF di proseguire domani da Klosters fino a Davos, ma solo sui sentieri o con i mezzi pubblici. Nel periodo del Forum economico la strada cantonale è infatti particolarmente trafficata nonché la via principale per i mezzi di soccorso.

 

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