Svizzera

Nuova legge sull'asilo, partenze aumentate del 40%

Il direttore della Sem traccia un bilancio positivo: 'Migranti informati subito e meglio sull'aiuto previsto per il rimpatrio'

Il direttore della Sem Mario Gattiker (Ti-Press)
23 dicembre 2019
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La nuova legge federale sull'asilo, entrata in vigore lo scorso 1° marzo, ha dato finora risultati positivi. A dirlo è il direttore della Segreteria di Stato della migrazione (Sem) Mario Gattiker che sottolinea come la maggior parte delle domande d'asilo sono trattate nei termini previsti e che sempre più asilanti lasciano volontariamente la Svizzera. In un'intervista alla 'Neue Zürcher Zeitung' Gattiker sostiene che l'aumento delle partenze, che sfiora il 40%, si spiega da un lato con una più rapida informazione ai migranti delle loro prospettive in Svizzera, e dall'altro con la diminuzione progressiva dell'aiuto al ritorno ora in vigore: "Più velocemente la persona decide di lasciare la Confederazione, più elevato sarà il sostegno che riceve".

'Meglio seguiti da subito'

Il direttore della Sem sottolinea poi che con le nuove procedure i richiedenti asilo sono più propensi ad accettare la prospettiva di una decisione negativa, poiché sono seguiti fin da subito da consulenti e rappresentanti legali che li informano delle loro reali possibilità di successo. I timori che questi aiuti, concessi gratuitamente, dilatino i tempi d'esame delle procedure non sono pertanto stati confermati. Queste misure portano al contrario i migranti ad essere più aperti a tornare in patria, compresi quelli che provengono da Paesi con cui la cooperazione al ritorno è difficile. Gattiker sottolinea anche che la proporzione di decisioni contestate non è aumentata.

Media 48 giorni

Più in generale, Gattiker afferma di essere "molto soddisfatto" dell'attuazione della nuova legge sull'asilo. Oggi alla Sem bastano in media 48 giorni per prendere una decisione in merito a una richiesta d'asilo. Le cosiddette "procedure ampliate", che necessitano di chiarimenti anche complessi, riguardano solo il 18% delle domande. Sottolinea poi che l'accelerazione dell'esame delle richieste è particolarmente importante nei "casi Dublino". Secondo il relativo accordo internazionale, chi fa richiesta d'asilo può essere rispedito in un altro Paese europeo, se ha già presentato lì una domanda. Prima ci volevano circa 60 giorni per prendere una decisione, ora ne bastano 35.

Mancano medici per indagini approfondite

Due sono invece gli aspetti che rallentano la velocità di elaborazione delle domande. Esiste infatti una certa difficoltà nel trovare un numero sufficiente di dottori in grado di eseguire indagini mediche approfondite in tempi stretti. Anche i controlli di sicurezza richiedono diverso tempo. Un inconveniente, quest'ultimo, accettato di buon grado: "Non possiamo permetterci di ignorare un sospetto terrorista", conclude Gattiker.

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