Svizzera

L'aggressione del piccolo Luca Mongelli rimarrà un mistero

Il bambino, rimasto tetraplegico e cieco, era stato trovato ferito nei pressi di Sion. Chi lo ha ridotto così? A breve il caso sarà prescritto

Keystone
17 ottobre 2019
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La vicenda di Luca Mongelli, il bambino italiano di sette anni che nel febbraio del 2002 era stato trovato privo di coscienza, praticamente nudo e gravemente ferito, in mezzo alla neve a Veysonnaz, villaggio sulle alture di Sion (VS), non sarà mai chiarita. Il caso cadrà infatti in prescrizione tra poco più di un mese, il 22 novembre.

Mongelli è ormai handicappato (tetraplegico e cieco) a vita dopo aver subito un'aggressione che gli inquirenti vallesani hanno attribuito a un cane pastore che lo accompagnava in una passeggiata. Nel 2013 esperti italiani designati dalla famiglia hanno però scagionato l'animale e affermato che Luca è stato vittima di un'aggressione umana. Nuove indagini condotte dalla procura vallesana non hanno tuttavia permesso di fare progressi.

Dopo il 22 novembre prossimo, anche in presenza di nuovi elementi, il caso non sarà più riaperto. In quella data Mongelli compie infatti 25 anni, età alla quale il codice penale (articolo 97) prevede la prescrizione per talune infrazioni commesse nei confronti di un bambino. Il giovane adulto, studente, attualmente vive in Italia con sua madre.

La vicenda, protrattasi per anni, non può essere ridotta all'ipotesi di aggressione da parte del pastore tedesco e alla perizia italiana. È ricca di sussulti a livello procedurale e al di là dei poteri della magistratura. Un elemento centrale è la presunta responsabilità di adolescenti. Il ministero pubblico vallesano ha però definitivamente escluso questa ipotesi nel 2012.

Sulla vicenda giudiziaria planano dubbi relativi all'accuratezza dell'indagine. Nel 2011, la Commissione di giustizia del Gran Consiglio vallesano ha indicato in un rapporto che la prima fase dell'inchiesta è stata "precipitata, condotta con insufficiente curiosità e con la costituzione di un dossier d'istruzione lacunoso".

Dopo la perizia presentata dalla famiglia all'inizio del 2013, il Ministero pubblico cantonale, nell'aprile dello stesso anno, ha indicato che avrebbe realizzato nuovi interrogatori e nuove analisi, in particolare del Dna. Secondo fonti vicine al dossier, questa nuova indagine non ha permesso di fare progressi. Il procuratore Nicolas Dubuis non ha risposto alle numerose sollecitazioni a questo proposito di Keystone-ATS.

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