Svizzera

Un perito di troppo per il caso Lauber

L’Autorità di vigilanza del ministero pubblico non può delegare a un esterno l’inchiesta disciplinare. Lo ha stabilito il Tribunale amministrativo federale

Il procuratore generale della Confederazione Michael Lauber (Archivio Ti-Press)
2 agosto 2019
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L'Autorità di vigilanza sul ministero pubblico non avrebbe potuto delegare l'indagine disciplinare del caso Lauber al professore emerito Peter Hänni, poiché non vi erano le basi legali per farlo. È quanto ha deciso il Tribunale amministrativo federale.

Le norme non prevedono infatti che l'autorità di vigilanza possa delegare tali compiti a terzi, si legge nella sentenza pubblicata oggi. L'autorità sosteneva dal canto suo che il proprio personale non può procedere a un'indagine disciplinare, poiché solitamente si tratta di un'attività secondaria e di conseguenza mancano le conoscenze e le capacità necessarie.

Peter Hänni, professore ordinario emerito di diritto costituzionale e amministrativo, ha deciso che gli avvocati del Ministero pubblico Michael Lauber, Lorenz Erni e Francesca Caputo, non potevano essere ammessi per conflitto di interessi, poiché nel caso FIFA difendevano anche gli interessi dell'ex presidente Sepp Blatter.

Questa decisione di Hänni è quindi nulla. Inoltre, sempre secondo il TAF, non sussistevano motivi sufficienti per vietare a Erni e Caputo la difesa di Lauber. La sentenza non è comunque ancora definitiva e può essere impugnata davanti al Tribunale federale.

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