L’Autorità di vigilanza del ministero pubblico non può delegare a un esterno l’inchiesta disciplinare. Lo ha stabilito il Tribunale amministrativo federale
L'Autorità di vigilanza sul ministero pubblico non avrebbe potuto delegare l'indagine disciplinare del caso Lauber al professore emerito Peter Hänni, poiché non vi erano le basi legali per farlo. È quanto ha deciso il Tribunale amministrativo federale.
Le norme non prevedono infatti che l'autorità di vigilanza possa delegare tali compiti a terzi, si legge nella sentenza pubblicata oggi. L'autorità sosteneva dal canto suo che il proprio personale non può procedere a un'indagine disciplinare, poiché solitamente si tratta di un'attività secondaria e di conseguenza mancano le conoscenze e le capacità necessarie.
Peter Hänni, professore ordinario emerito di diritto costituzionale e amministrativo, ha deciso che gli avvocati del Ministero pubblico Michael Lauber, Lorenz Erni e Francesca Caputo, non potevano essere ammessi per conflitto di interessi, poiché nel caso FIFA difendevano anche gli interessi dell'ex presidente Sepp Blatter.
Questa decisione di Hänni è quindi nulla. Inoltre, sempre secondo il TAF, non sussistevano motivi sufficienti per vietare a Erni e Caputo la difesa di Lauber. La sentenza non è comunque ancora definitiva e può essere impugnata davanti al Tribunale federale.