Svizzera

'Servizi illegali': Pilatus via da Arabia Saudita ed Emirati arabi

Le attività del costruttore nidvaldese ritenute 'sostegno a forze armate'. Il Dipartimento federale degli affari esteri ordina il ritiro e sporge denuncia.

(Vbs/Maj Andri Spinas)
26 giugno 2019
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Berna – Pilatus deve ritirarsi dall'Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti. Lo ha deciso la Direzione politica del Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) che, in applicazione della legge federale sulle prestazioni di sicurezza private fornite all'estero (Lpsp), ha vietato le attività del costruttore di aerei nei due Paesi.

Pilatus ha ora 90 giorni per lasciare Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Non vi sono invece elementi per emettere lo stesso provvedimento per quanto riguarda Qatar e Giordania, indica in un comunicato odierno il Dfae.

La competente direzione del dipartimento ha esaminato i servizi di supporto della società nei quattro Stati arabi, che includono il supporto tecnico, la gestione dei pezzi di ricambio e la risoluzione dei problemi relativi al velivolo PC-21 e ai simulatori.

Stando al Dfae, queste attività rappresentano un sostegno a forze armate e sono quindi soggette all'obbligo di notifica secondo la Lpsp. Dopo aver esaminato la situazione, si è giunti alla conclusione che i servizi forniti da Pilatus violano la legge, poiché incompatibili con gli obiettivi di politica estera di Berna.

La Direzione politica del Dfae è inoltre dell'avviso che esistano indizi secondo cui il costruttore nidvaldese non abbia rispettato l'obbligo di notifica previsto dalla legge. Ha dunque sporto denuncia presso il Ministero pubblico della Confederazione.

Sollecitata dall'agenzia Keystone-Ats, Pilatus ha fatto sapere che analizzerà la portata della decisione e la commenterà a tempo debito. Lo scorso ottobre era emerso che Pilatus aveva concluso con Riad un contratto di manutenzione della flotta di PC-21. Il Dfae, che non era stato informato, sospettando una violazione della Lpsp ha esaminato il mandato.

 

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