Svizzera

Olio di palma, importazione limitata ma possibile

Il Consiglio nazionale respinge le iniziative cantonali che chiedevano di escludere l'olio dall'accordo di libero scambio con la Malaysia e l'Indonesia

Keystone
21 marzo 2019
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L'olio di palma non va escluso di principio dai negoziati per l'accordo di libero scambio con la Malaysia e l'Indonesia (accordo già firmato). È quanto pensa il Consiglio nazionale che, dopo gli Stati, ha respinto due iniziative cantonali in tal senso inoltrate da Turgovia e Ginevra.

L'iniziativa turgoviese prendeva di mira la Malaysia: l'iniziativa è stata respinta per 101 voti a 74 (6 astenuti). Il testo del canton Ginevra riguardava l'Indonesia e la Malaysia (le trattative con questo Paese non sono ancora concluse): per 97 voti a 75 (9 astenuti) il plenum ha bocciato anche questo testo.

La camera del popolo ha poi adottato tacitamente una mozione degli Stati che chiede al Governo di non accordare concessioni sull'olio di palma che riducano la produzione svizzera di oleaginose e di inserire negli accordi disposizioni che favoriscano la produzione e il commercio sostenibili di olio di palma e partecipare alla definizione di standard internazionali in materia.

Tutti in aula si sono detti preoccupati per le conseguenze della produzione di olio di palma in certi Paesi sull'ambiente e sulla società: si è parlato di diritto dei lavoratori violati ed espropriazioni selvagge di terreni agricoli da destinare alla coltivazione di palme. Insomma, il problema è scottante.

In aula, la sinistra e i Verdi hanno sostenuto il divieto di concedere agevolazioni doganali all'olio di palma proveniente da Indonesia e Malaysia a causa dei disastri ambientali e sociali causati in questi Paesi.

Il consigliere federale Guy Parmelin, pur riconoscendo la legittimità delle preoccupazioni per l'ambiente e la società, ha sostenuto che un'esclusione totale dell'olio di palma significherebbe la morte pura e semplice degli accordi. La mozione degli Stati, invece, rappresenta un buon compromesso che non mette in pericolo la produzione indigena e obbliga la controparte ad attivarsi per promuovere una produzione sostenibile.

In particolare, ha sottolineato Parmelin, è la prima volta che l'Indonesia nei suoi accordi economici ha accettato di inserire nell'intesa negoziata con la Svizzera criteri di sostenibilità, volti per esempio a lottare contro il taglio incontrollato della foresta pluviale. Il consigliere federale UDC ha poi ricordato che anche i contadini sono d'accordo con la mozione degli Stati.

Queste precisazioni non hanno però convinto il campo rosso-verde, scettico sulla possibilità di controllare in loco il rispetto di standard sociali e ambientali. Al voto, l'ha spuntata però il campo "borghese", anche se diversi esponenti UDC, PLR e PPD hanno votato a favore delle due iniziative cantonali, probabilmente per il timore di un incremento della concorrenza estera per l'olio di colza elvetico.

La Malaysia è il secondo produttore mondiale di olio di palma, dopo l'Indonesia. Da sola fornisce quasi il 50% delle importazioni svizzere e, insieme all'Indonesia, oltre l'80% dell'olio di palma consumato nel mondo.

La Svizzera importa tra le 30'000 e le 40'000 tonnellate di olio di palma. Tra l'80% e il 90% di queste importazioni è destinato all'industria alimentare e viene utilizzato per produrre biscotti, pasta o anche minestre in busta.

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