Svizzera

Discriminazione razziale, uniti per combatterla

L'appello della commissione federale contro la xenofobia. Per il 60% degli svizzeri è un fenomeno da non sottovalutare

21 marzo 2019
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La discriminazione razziale non è un concetto astratto, ma una realtà che si manifesta in tutti gli ambiti della vita quotidiana. Il razzismo va quindi combattuto a tutti i livelli e con il contributo di tutti, ha ricordato oggi la Commissione federale contro il razzismo (CFR) in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale. Il maggior numero di casi di discriminazione (50%) si verifica nel mondo del lavoro; seguono lo spazio pubblico (25%), la scuola (19%), la ricerca di un alloggio (10%) e il tempo libero (7%), secondo i risultati dell'indagine "Convivenza in Svizzera" pubblicati in febbraio dall'Ufficio federale di statistica (UST). "Questi risultati confermano quanto è già stato osservato sul terreno, nei consultori cui si rivolgono le persone che si sentono vittima di razzismo e discriminazione razziale", precisa la CFR in un comunicato odierno.Quasi il 60% degli svizzeri, secondo l'indagine, è consapevole che il razzismo, in Svizzera come altrove, è un fenomeno da non sottovalutare. Una giornata internazionale contro la discriminazione razziale non basta certo a risolvere il problema, ma permette di ricordare che tutti possiamo contribuire a prevenirlo e combatterlo, conclude la nota.

Episodi in leggero aumento

L'anno scorso i media svizzeri hanno riportato 46 episodi di razzismo, una cifra leggermente superiore a quella degli anni precedenti. I casi che sfuggono ai giornalisti sono però molto più numerosi, secondo due organizzazioni attive nella lotta contro la discriminazione razziale. La Fondazione contro il razzismo e l'antisemitismo (GRA) e la Società per le minoranze in Svizzera (GMS) ricevono segnalazioni quasi ogni giorno, precisa un comunicato diramato oggi in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale.Molte segnalazioni riguardano contenuti razzisti su siti web, in conversazioni WhatsApp o sui social network, ma anche insulti o discriminazioni nella ricerca di un lavoro o di un alloggio. Pochi vengono denunciati agli organismi competenti. Le due organizzazioni hanno costatato principalmente casi di razzismo verbale nello spazio pubblico ed episodi xenofobi, tra i quali anche dichiarazioni di personaggi pubblici sui social network. I messaggi incitano all'odio contro stranieri, neri, musulmani, ebrei o omosessuali. La prevenzione e l'educazione nelle scuole, ma anche il coraggio civile e dichiarazioni politiche chiare rimangono indispensabili per una lotta efficace contro il razzismo e la xenofobia, affermano le due organizzazioni.
 
 

 


 
 

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