Svizzera

La corsia del controprogetto

Ruth Humbel (Ppd) vuole venire incontro ai promotori dell’iniziativa ‘per cure infermieristiche forti’. La sua proposta oggi sul tavolo della commissione.

23 gennaio 2019
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Il Consiglio federale non ne ha voluto sapere di un controprogetto diretto all’iniziativa popolare ‘Per cure infermieristiche forti’ (cfr. sotto). Ma non per questo l’idea di un controprogetto – anche se indiretto, ovvero a livello legislativo – è stata accantonata. Oggi e domani una proposta in tal senso sarà sul tavolo della Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Nazionale (Csss-N). Con buone chance di trovare una maggioranza; e magari di convincere prima o poi i promotori dell’iniziativa – l’Associazione svizzera infermiere e infermieri (Asi) – a scendere a miti consigli.

«Proporrò un’iniziativa commissionale intesa a rafforzare sul piano legislativo le cure infermieristiche», dichiara alla ‘Regione’ Ruth Humbel (Ppd/Ag). La consigliera nazionale non entra nei dettagli di una proposta discussa con l’Asi e le associazioni Curaviva (istituti di cura) e Spitex Svizzera (aiuto a domicilio). L’obiettivo è che «Confederazione e Cantoni assicurino la formazione di un numero sufficiente di addetti alle cure e il relativo finanziamento» e che «l’autonomia» del personale di cura sia garantita.

Si tratta di riesumare un’iniziativa parlamentare dell’ex consigliere nazionale Rudolf Joder (Udc/Be). Il Nazionale la affossò nell’aprile 2016. Fu una delle ragioni che spinse l’Asi a lanciare l’iniziativa popolare ‘Per cure infermieristiche forti’. Joder chiedeva che gli infermieri diplomati potessero fornire e fatturare autonomamente prestazioni a carico dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie. Principale pietra d’inciampo: la richiesta del campo borghese di consentire alle casse malati di scegliere liberamente a chi rimborsare le prestazioni. La sinistra non entrò in materia sull’abolizione del cosiddetto obbligo di contrarre. E così l’iniziativa parlamentare venne seppellita dai ‘no’ rosso-verdi e da quelli dell’Udc di Joder.

Tre anni dopo, l’idea è di ripartire da lì: dall’iniziativa Joder ma senza l’aspetto della libertà di contrarre, spiega Ruth Humbel. È «chiaro» che «in alcun caso» accetteremo un allentamento dell’obbligo di contrarre, dice alla ‘Regione’ Barbara Gysi, vicepresidente del Ps e membro del comitato di iniziativa. Per il Ps, un controprogetto «deve andare più lontano» di quanto previsto da Joder e contenere «anche altri punti». La cosa «importante», comunque, è che il Parlamento elabori un controprogetto: «La carenza di personale nel settore è evidente, bisogna fare qualcosa», afferma Gysi. La sangallese ha avuto «diversi colloqui» con i colleghi di altri partiti. Ritiene che un controprogetto possa trovare una maggioranza. Ma, avverte: «Dev’essere molto, molto buono perché si possa discutere di un ritiro dell’iniziativa».

Da Plr e Udc giungono segnali di apertura. Isabelle Moret (Plr/Vd) afferma di essere a favore di un controprogetto indiretto. Dal canto suo, Sebastian Frehner dice di condividere il principio dell’iniziativa popolare. Per il consigliere nazionale democentrista, anch’egli membro della Csss-N, il testo va però «troppo lontano». Riguardo a un controprogetto il basilese – che sostenne l’iniziativa parlamentare Joder – si dice «piuttosto scettico»: trova «ciò che ho visto finora [del controprogetto] non molto convincente». La proposta Humbel, a suo avviso, ha però delle chance.

Dietro le quinte dell’amministrazione, intanto, ci si accapiglia. L’Asi ha interrotto la sua partecipazione agli incontri indetti dal dipartimento di Alain Berset (due si sono svolti finora, il prossimo è in agenda a fine mese), volti a definire un piano d’azione con delle misure per far fronte alla carenza di personale nel settore delle cure. “Il Consiglio federale non mette alcuna risorsa a disposizione, pertanto non vediamo l’interesse di parteciparvi”, ha dichiarato la vicepresidente Sophie Ley. Da noi interpellato, l’Ufsp si dice “dispiaciuto”. Informazioni sulle singole misure – per alcune delle quali sono previsti “piccoli contributi” – non vengono rilasciate. In una mail inviata alla nostra redazione, l’Ufsp ricorda che il Consiglio federale riconosce il bisogno di agire e che in passato ha già adottato svariate misure in quest’ambito.

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