Svizzera

Studi medici, tetti (volendo) dai cantoni

In Consiglio nazionale passa la revisione della Lamal che concede facoltà di fissare un numero massimo di dottori autorizzati a fatturare

12 dicembre 2018
|

La moratoria sull'apertura di studi medici, prorogata due settimane fa fino al 2021, deve lasciare posto a un nuovo sistema di regolamentazione che dà ai singoli Cantoni facoltà di stabilire un numero massimo di dottori autorizzati a fatturare a carico dell'assicurazione obbligatoria delle cure. È quanto prevede la revisione della legge federale sull'assicurazione malattie (LAMal) approvata oggi dal Consiglio nazionale con 128 voti a 40 e 13 astenuti.

Più in dettaglio, le autorità cantonali potranno prescrivere autonomamente limiti massimi per specializzazione medica e per determinate regioni, ha spiegato Ruth Humbel (Ppd/Ag) a nome della commissione. I Cantoni conoscono infatti i bisogni e le specificità locali, da questo punto di vista dare loro maggiori competenze ha senso.

Se i costi per una determinata specializzazione aumentano più della media, le autorità cantonali non potranno più autorizzare nuovi medici. Questi tetti massimi saranno valevoli per tutti i medici attivi nel settore ambulatoriale, che esercitano in uno studio medico privato o in un ospedale.

In alternativa a questo tipo di gestione, i Cantoni possono prevedere un allentamento dell'obbligo di contrarre (proposta approvata con 126 voti contro 57 e una astensioni). Le disposizioni previste permetteranno una certa concorrenza tra medici specialistici, ha sostenuto Heinz Brand (Udc/Gr) ricordando che saranno comunque i Cantoni a fissare i criteri. Gli assicuratori saranno obbligati a concludere contratti con un minimo di medici, ha precisato Humbel.

La sinistra ha invano tentato di stralciare questa disposizione: "non permette di diminuire il numero di medici", ha Rebecca Ruiz (Ps/Vd) ricordando l'enorme onere amministrativo che tale proposta genererebbe. La vodese ha anche avvertito i colleghi della minaccia referendaria che peserebbe sull'intero dossier se questo punto sarà confermato anche dagli Stati. Per Maya Graf (Verd/Bl) non è semplicemente "né il momento né il modo giusto per discutere di questo 'tabù'".

Con 120 voti contro 59 e 5 astenuti, la Camera del popolo ha anche concesso agli assicuratori la facoltà di ricorrere contro le decisioni cantonali in merito ai tetti massimi. Occorre evitare che i cantoni utilizzino la politica sanitaria come strumento di promozione economica, ha sostenuto Humbel. "Ciò significa dare alle casse malattia la possibilità di bloccare la pianificazione cantonale in materia malgrado non abbiano competenze in merito", ha deplorato invano Bea Heim (Ps/So).

Lunghe discussioni

Le regolamentazioni sull'apertura di nuovi studi medici ha fatto a lungo discutere il parlamento negli ultimi anni. Una moratoria è stata in vigore dal 2001 al 2011. Dopo di che si è constatato l'afflusso di nuovi medici, in particolare dall'estero (il Ticino era uno dei cantoni maggiormente toccati dal fenomeno), con conseguente aumento dei costi della salute. La moratoria era stata quindi reintrodotta nel 2013.

Nel dicembre 2015, il Parlamento ha respinto un progetto volto a sancire definitivamente nella legge la gestione strategica delle autorizzazioni. Nel giugno 2016 ha adottato una legge urgente in cui era prevista la proroga, fino all'estate 2019 (poi prolungata al 2021). Inoltre ha incaricato il Consiglio federale di trovare una soluzione duratura per assicurare una copertura medica di qualità che al contempo riuscisse a frenare l'incremento dei costi.

Il dossier passa ora al Consiglio degli Stati.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE