Svizzera

Nuova Legge CO2, nessun limite federale. L'amarezza del Wwf

Il Consiglio Nazionale ha stabilito che spetterà ai Cantoni fissare tetti massimi delle emissioni. 'Conseguenze che pagheranno i cittadini', per il Wwf

Keystone
4 dicembre 2018
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Nella nuova legge sul CO2, attualmente in discussione al Consiglio nazionale, non vanno inseriti valori limite delle emissioni di gas ad effetto serra per gli edifici. Lo ha deciso oggi il plenum per 122 a 70, seguendo il parere della sua commissione preparatoria. Simile compito spetta eventualmente ai Cantoni. I dibattiti proseguiranno lunedì.

Una minoranza rosso-verde avrebbe voluto, come proponeva il progetto governativo, consentire al Consiglio federale di promulgare norme applicabili ai nuovi edifici e a quelli esistenti al fine di raggiungere l'obiettivo di ridurre le emissioni del 50% in media rispetto al 1990 nel 2026 e 2027.

Una maggioranza di centro-destra ha stabilito invece che questo obiettivo vada raggiunto nel 2030, senza che la Confederazione fissi valori di sorta. Per la maggioranza spetterà ai Cantoni, assieme alle organizzazioni economiche, stabilire eventualmente degli obiettivi di riduzione. Secondo la maggioranza, tale proposta farà aumentare la pressione sui Cantoni che si sono prefissati una diminuzione dell'80% delle emissioni in questo settore entro il 2050.

Con 107 voti a 84, il plenum ha poi deciso che il Consiglio federale potrà proporre al Parlamento l'introduzione di uno standard edilizio uniforme sul piano nazionale a partire dal 2026 (e non al più presto dal 2027 come proposto dal Governo e dalla maggioranza della commissione), a seconda di quanto si saranno ridotte entro quella data le emissioni di CO2 prodotte dagli edifici. Una minoranza Udc ha domandato invano di rinunciare a qualsiasi disciplinamento in materia di edifici.

Per quanto riguarda le emissioni di CO2 dei veicoli, il Nazionale ha deciso che le emissioni delle automobili da turismo messe in circolazione per la prima volta non dovranno in media oltrepassare tra il 2021 e il 2024 i 95 grammi di CO2 per chilometro. La maggioranza della commissione proponeva come data il 2021, ma il plenum ha preferito per 98 voti a 94 seguire una proposta di minoranza più elastica difesa da esponenti Udc e Plr. Nessuna possibilità hanno avuto le proposte del campo rosso-verde per regole più severe.

La maggioranza di destra non ne ha voluto sapere di concedere al Consiglio federale di fissare degli obiettivi intermedi, come chiedeva la commissione, optando invece (96 voti a 94) per la proposta di minoranza di Christian Wasserfallen (Plr/Berna) difesa anche dall'Udc.

Al momento della transizione verso nuovi valore limite, il Consiglio federale potrà prevedere disposizioni, transitorie, particolari che facilitino il raggiungimento di tali obiettivi. Tuttavia, il governo potrà escludere determinate categorie di veicoli e dovrà tenere conto anche della regolamentazione in vigore nell'Unione europea.

L'amarezza del Wwf

Decisioni non piaciute all'organizzazione ambientalista e animalista Wwf. “Firmando l’accordo di Parigi, tutti i Paesi hanno deciso di portare le emissioni a 0 – si legge in una nota –. Il Consiglio nazionale, però, ha deciso che alla Svizzera non servono degli obiettivi da rispettare. Una decisione che porterà a investimenti miliardari sbagliati, sia nell’industria che nel privato. Le conseguenze? Le pagheranno i cittadini, visto che bisognerà rimediare a questi errori, sia a livello finanziario sia per quanto riguarda i cambiamenti climatici”.  
“Il Consiglio nazionale sta nascondendo la testa nella sabbia”, afferma Patrick Hofstetter, responsabile Clima ed energia del WWF Svizzera. E aggiunge: “La maggioranza del Consiglio ignora i pericoli di un cambiamento climatico incontrollato e le possibilità offerte da una rapida eliminazione dei combustibili fossili.”   

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