Svizzera

Ultimo viaggio, il caso è archiviato

Accompagnò un amico 62enne in Svizzera a suicidarsi in una clinica zurighese, per la giustizia italiana non commise alcun reato

((Ti-Press))
12 novembre 2018
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Non ha commesso alcun reato l'uomo che nel settembre di un anno fa accompagnò in Svizzera un amico di 62 anni, ingegnere in pensione di Albavilla (Como), da anni in cura per depressione, che scelse la via del suicidio assistito nel canton Zurigo. L'amico, proprio per averlo accompagnato fino a Lugano, era stato indagato per "istigazione o aiuto al suicidio", ma la procura di Como, con un' interpretazione condivisa e fatta propria dal giudice delle indagini preliminari, ne ha chiesto e ottenuto l'archiviazione, ritenendo la condotta dell'uomo un contributo irrilevante, minimo, che non ha influito sulla chiara volontà dell'ingegnere di porre volontariamente fine alla sua vita. Questo, indipendentemente dal fatto che l'amico fosse o meno a conoscenza delle intenzioni del pensionato quando lo accompagnò oltreconfine. La storia era emersa soltanto post mortem, quando al Comune di Albavilla fu recapitata una lettera dell'ingegnere in cui rivelava di avere scelto la via del suicidio assistito in Svizzera e forniva una serie di indicazioni per il funerale, laico, e la sepoltura. L'ingegnere era rimasto solo dopo la morte della mamma e del fratello, con i quali conviveva, e da una decina d'anni era in cura per problemi psichici e per una forte depressione. Il Comune di Albavilla aveva consegnato la lettera ai carabinieri e alla Procura, che ha aperto un fascicolo per valutare se nella vicenda si configurassero reati commessi in Italia. Per questo era stata disposta l'autopsia, una volta rientrata la salma in Italia ed era stato indagato l'amico con l'ipotesi di reato di istigazione al suicidio. Nel corso dell'inchiesta i carabinieri di Erba hanno ricostruito le ultime ore dell'ingegnere prima della partenza per Zurigo: l'uomo era stato accompagnato dall'amico a Lugano, dove avevano cenato e assistito assieme a un concerto blues. Poi si erano salutati: l'ingegnere era partito in treno per Zurigo, per il suo ultimo viaggio, non prima di avere affidato all'amico, rientrato a casa, le ultime volontà attraverso una lettera che conteneva una serie di indicazioni. Tra queste l'invio di altre missive, una delle quali al Comune di Albavilla, in cui chiedeva scusa e perdono per il suo gesto, ringraziava i medici che lo hanno assistito in questi anni e forniva le disposizioni pratiche per la cerimonia laica di commiato e la sepoltura, nel cimitero del paese accanto al fratello.

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