Svizzera

L'iniziativa popolare 'Per cure infermieristiche forti' va respinta

Il Governo ha trasmesso il messaggio al Parlamento. Un controprogetto non c'è. In 8 città, tra cui Bellinzona, si manifesta

Ti-Press/F. Agosta
7 novembre 2018
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“Chi mi curerà nel 2030, caro consigliere federale” è la scritta che si è letta oggi in otto città svizzere – tra queste anche Bellinzona – dove centinaia di volontari hanno voluto attirare l'attenzione sulla crescente carenza di personale infermieristico in occasione dell'anniversario della consegna delle firme a sostegno dell'iniziativa sulle cure. Le manifestazioni sono state organizzate dall'Associazione svizzera delle infermiere e degli infermieri (Asi) per dimostrare quanto sia importante poter contare su un numero sufficiente di infermiere e infermieri per garantire la sicurezza dei pazienti e la necessità di misure urgenti per formare un maggior numero di professionisti in questo settore.

Il Consiglio federale: 'No all'iniziativa cure infermieristiche senza controprogetto'

L'articolo costituzionale 117a relativo alle cure mediche di base permette già oggi di sostenere il lavoro degli infermieri: per questo motivo il Consiglio federale raccomanda di respingere l'iniziativa popolare "Per cure infermieristiche forti" senza opporle un controprogetto. Il Governo ha trasmesso oggi il relativo messaggio al Parlamento, il quale sarà prossimamente chiamato a occuparsi dell'iniziativa. "Il 'no' al testo, non significa che il Consiglio federale non voglia agire", ha detto in una conferenza stampa a Berna il ministro della sanità Alain Berset.

"L'esecutivo è consapevole della situazione e vuole cure di qualità per tutti. Ma è giunto alla conclusione che l'articolo costituzionale approvato nel 2014 sia sufficiente per garantire cure infermieristiche forti", ha aggiunto Berset.

Numerose misure già adottate

Pur condividendo la proposta dei promotori secondo cui le cure infermieristiche e la medicina di famiglia costituiscono un elemento essenziale delle cure mediche di base, il Consiglio federale sottolinea che in passato ha già adottato numerose misure in collaborazione con altri partner per contrastare la penuria di specialisti nelle professioni infermieristiche.

Tra i provvedimenti presi figura il finanziamento di programmi di reinserimento professionale e misure per trattenere il personale nel settore delle cure di lunga durata. Davanti ai media il ministro della sanità ha evocato il masterplan "Formazioni professionali sanitarie 2010-2015" e gli ulteriori progetti lanciati nel 2016 nel quadro dell'Iniziativa sul personale qualificato, che danno già i primi effetti positivi: il numero di diplomi nella formazione di base sta aumentando. Secondo Alain Berset, un altro motivo per respingere l'iniziativa è il fatto che gli infermieri non dovrebbero più aver bisogno di una ricetta medica per farsi pagare talune prestazioni legate alle cure. "Queste sarebbero fatturate direttamente a carico dell'assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie, cosa che provocherebbe costi supplementari indesiderati per il settore", ha rilevato.

Oltre 114'000 firme

L'iniziativa è stata dichiarata formalmente riuscita nel dicembre 2017: delle 114'403 firme depositate, 114'078 sono risultate valide. Il testo è stato lanciato dall'Associazione svizzera infermiere e infermieri (Asi), coadiuvata da un comitato formato da parlamentari di vari partiti, per valorizzare la professione infermieristica e per combattere la mancanza di personale. La proposta di modifica costituzionale chiede che Confederazione e Cantoni investano nella formazione in questo settore, migliorino le condizioni quadro (tra cui orario di lavoro, servizi di picchetto e possibilità di formazioni continue) e riconoscano a livello di legge l'autonomia di lavoro degli infermieri, così come salari appropriati.

Penuria

Stando a un rapporto risalente al 2016, occorreranno circa 40'000 persone supplementari negli ambiti delle cure e dell'accompagnamento dei pazienti entro il 2025. I bisogni saranno maggiori nei servizi di aiuto e di cure a domicilio, nelle cliniche di rieducazione e negli istituti medico-sociali. Lo scarto tra la domanda di cure infermieristiche della popolazione e il personale formato disponibile si accentua sempre di più. Nel corso degli ultimi cinque anni, solo il 43% del numero di infermieri necessari è stato formato, secondo l'Asi.

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