L'Unione sindacale svizzera lamenta la disparità in busta paga. Nel Paese in 14mila guadagnano più di mezzo milione l'anno. Negli anni '60 erano 3mila
La crescita economica deve andare a beneficio dei lavoratori. È quanto sostiene l'Unione sindacale svizzera (Uss), secondo cui i contratti collettivi di lavoro, una previdenza adeguata e misure relative ai premi dell'assicurazione malattia rappresentano mezzi efficaci. In un rapporto sulla ripartizione della ricchezza e del reddito, presentato oggi ai media a Berna, l'Uss indica che nonostante la crisi finanziaria e l'apprezzamento del franco, è stato avviato un processo di recupero per i salari più bassi. Si è anche rilevato un aumento del numero di Ccl.
La confederazione sindacale critica, tuttavia, la progressione sproporzionata dei salari elevati e molto elevati. Oggi la Svizzera conta circa 14'000 persone che percepiscono una retribuzione annuale superiore al mezzo milione di franchi. Negli anni '60 erano solo 3'000.
La politica salariale è stata un errore
Il divario a livello di ricchezza è enorme: in dieci anni, la quota delle persone che controllano l'intera ricchezza mondiale è passata dal 6 al 42%, sostiene l'Unione sindacale. La Svizzera è saldamente in testa alla graduatoria globale. L'onere dei premi dell'assicurazione malattia è un errore nella politica salariale, ritiene l'Uss. Negli ultimi 20 anni i premi sono aumentati del 115%, mentre le riduzioni concesse solo del 32%. "Negli ultimi quindici o vent'anni, la politica svizzera in materia di imposte e spese obbligatorie è stata concepita a favore delle classi privilegiate, mentre le famiglie a basse e medio reddito sono state molto più tassate", rileva la confederazione sindacale.
Limite ai premi
Nel 1996, quando è stata introdotta la nuova legge sull'assicurazione malattie, la richiesta della politica era che le famiglie non destinassero più dell'8% del loro budget ai premi. L'obiettivo è però ben lontano. Secondo l'Uss, una soglia massima del 10% è più realistica. La confederazione sindacale rimanda poi all'iniziativa del Ppd, lanciata a metà ottobre, la quale chiede che la crescita dei costi sanitari - e quindi dei premi - non sia maggiore della progressione economica e salariale. Il fattore più importante per un'equa distribuzione del reddito è l'evoluzione dei salari. Grazie a una crescita consolidata che prosegue dal 2016, la situazione attuale è ideale per avanzare negoziati in merito agli stipendi. Secondo l'Uss, un buon reddito è fondamentale per garantire una previdenza adeguata.
Aumenti salariali fino al 2,5%
L'unione sindacale esige in particolare un aumento delle retribuzioni tra il 2 e il 2,5%, la 13esima per tutti, l'eliminazione delle discriminazioni salariali nei confronti delle donne e salari minimi migliori. Dal suo punto di vista, la politica fiscale che favorisce stipendi elevati deve essere corretta. Servizi pubblici efficienti e abbordabili costituiscono anche un fattore decisivo in termini di politica salariale contro le diffuse ineguaglianze di reddito e di ricchezza.