Svizzera

Ats, “contenti e sollevati” dopo l'accordo

Siglato l'accorso proposto dall'Ufficio federale di conciliazione. “L'impresa può guardare di nuovo avanti”. Le reazioni

Keystone
27 giugno 2018
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La redazione e il Consiglio d'amministrazione (Cda) dell'Agenzia telegrafica svizzera (Ats, ora Keystone-ATS) sono giunti a un accordo che mette fine al conflitto di lavoro sfociato in uno sciopero di quattro giorni a fine gennaio-inizio febbraio. Le due parti hanno firmato oggi a Wangen an der Aare (BE) la bozza d'intesa loro sottoposta dall'Ufficio federale di conciliazione.

Principale elemento dell'accordo è la rinuncia dell'azienda a licenziare i dipendenti ultrasessantenni, un licenziamento con messa in disoccupazione e conseguente perdita della propria cassa pensione che il Cda aveva presentato a gennaio come "prepensionamento". Gli uomini di oltre 61 anni e le donne di oltre 60 già licenziati potranno scegliere tra la reintegrazione e i benefici di un piano sociale migliorato in diversi punti e incluso nell'intesa, che prevede indennità secondo gli anni (oltre 30 per molti degli interessati) di servizio.

A queste persone viene inoltre garantito che non saranno licenziate per motivi economici o strutturali prima che abbiano raggiunto l'età ordinaria di pensionamento, indica una nota dell'Ufficio di conciliazione.

Tutti i redattori colpiti dalla ristrutturazione riceveranno un salario mensile aggiuntivo, è stato istituito un fondo per i "casi di rigore" di 100‘000 franchi, e in più i dipendenti con riduzione della percentuale lavorativa come pure gli stagisti hanno la precedenza sui posti vacanti da ricoprire.

Le parti rinunciano nell'accordo a ulteriori misure di lotta in questo conflitto di lavoro (lo sciopero era stato solo "sospeso").

Difficili trattative

A chiedere un esame della vertenza da parte dell'Ufficio federale di conciliazione era stato lo stesso Cda lo scorso febbraio, dopo il fallimento delle trattative con la Commissione di redazione (CoRe) seguito all'annuncio, in gennaio, di un piano di ristrutturazione - in vista della fusione con l'agenzia fotografica Keystone. Questo prevedeva la soppressione di 35,6 posti di lavoro a tempo pieno su 150, da ottenersi tramite licenziamenti e riduzioni del tempo di lavoro: un piano di risparmio motivato con la forte pressione sui prezzi da parte dei clienti (e comproprietari dell'Ats) e una conseguente perdita milionaria.

Per alleviare i disagi causati ai dipendenti era stato proposto un piano sociale che la CoRe aveva ritenuto del tutto insufficiente, considerati in particolare i quasi 20 milioni di franchi di riserve dell'agenzia, nel frattempo in buona parte (12,4 milioni) spartite tra gli azionisti dell'Ats secondo quanto deciso dall'assemblea che il 27 aprile ha approvato la fusione con effetto retroattivo al primo gennaio 2018.

Sempre in aprile, il giorno 9, il Dipartimento federale dell'economia ha nominato i tre membri dell'ufficio di conciliazione preposto alla soluzione della vertenza. Presidente, il prefetto UDC dell'Alta Argovia bernese Mark Häusler, affiancato da Alexander Frei dell'Unione degli imprenditori di Basilea in rappresentanza del padronato e dalla sindacalista di Syna Irene Darwich in rappresentanza dei lavoratori.

L'Ufficio, istituito con un segretariato presso la Segreteria di Stato dell'economia SECO, ha condotto le trattative tra le parti, con l'obbligo per esse di mantenere la pace del lavoro durante i negoziati. Alle trattative, come a tutte le azioni di lotta della redazione, hanno partecipato attivamente il sindacato dei media Syndicom e l'associazione dei giornalisti Impressum.

Le reazioni

Il Cda e la direzione di Keystone-ATS si dicono "contenti e sollevati". L'intesa è stata possibile poiché entrambe le parti hanno contribuito alla ricerca di una soluzione del conflitto di lavoro, si legge in una nota. Con la firma dell'accordo - prosegue il comunicato - cessano anche le misure di lotta e "l'impresa può guardare di nuovo avanti".

Molto più articolata la reazione della redazione, la cui CoRe ha tenuto anche nel pomeriggio una conferenza stampa a Berna. In una risoluzione accetta di mettere un punto finale al conflitto di lavoro ma pone una serie di ulteriori rivendicazioni, auspicando che "in futuro non sia più necessario giungere a tanto e che venga di nuovo ristabilita una cultura aziendale basata sulla fiducia, la trasparenza, l'apertura e la qualità".

La redazione vuole trasparenza su obiettivi strategici, progetti, parametri finanziari, ampiezza delle vendite e obiettivi giornalistici dell'azienda. Punta inoltre a una maggiore partecipazione alle decisioni: l'obiettivo è di avere una rappresentanza nel Consiglio d'amministrazione.

Chiede poi di essere considerata come "fornitrice di un servizio pubblico" e che questo principio venga ancorato nello statuto aziendale. Keystone-ATS dovrebbe infine impegnarsi a negoziare con i partner sociali un contratto collettivo di lavoro (CCL).

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