Svizzera

Il Plr prende le misure

Oggi ad Airolo Cassis davanti all'assemblea dei delegati. I temi: politica europea e libera circolazione

((Ti-Press))
23 giugno 2018
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Politica europea e libera circolazione delle persone: i due temi saranno al centro della battaglia elettorale del prossimo anno. Il Plr prepara sin d’ora le sue truppe. L’ordine di marcia chiama in servizio i delegati oggi alle 11.15 alla Caserma Bedrina di Airolo. Ci sarà anche il consigliere federale Ignazio Cassis. Le sue recenti dichiarazioni circa possibili concessioni all’Ue riguardo alle misure d’accompagnamento alla libera circolazione hanno fatto infuriare sindacati e sinistra. Ma hanno pure fatto storcere il naso all’interno del gruppo parlamentare: non tanto per la sostanza – ampiamente condivisa, a maggior ragione dopo che Cassis è tornato varie volte sui suoi propositi, precisandoli e circoscrivendone la portata –, quanto piuttosto sui tempi, i modi e l’opportunità strategica di dichiarazioni che se un effetto lo hanno avuto, è stato quello di mostrare quanto poco basti per mettere a repentaglio l’ampia alleanza a sostegno degli accordi bilaterali con l’Ue.

«È stata creata una polemica che non ha nessuna ragione d’essere. Cassis ha sempre detto la stessa cosa: la linea rossa [delle misure accompagnatorie] non verrà superata. L’ho sentito dire le stesse cose tre mesi fa a Losanna, e non c’era stata la benché minima polemica», dice alla ‘Regione’ il consigliere nazionale liberale-radicale Laurent Wehrli, membro della Commissione della politica estera (Cpe-N). Sulla stessa lunghezza d’onda la collega di partito Christa Mark­walder. La consigliera nazionale bernese, anche lei nella Cpe-N, è del parere che il ministro degli Esteri abbia comunicato all’opinione pubblica la sua posizione in modo «giusto e onesto». Se c’è qualcosa fuori posto, è semmai «la scandalizzazione di sue singole parole».

Redatti dal gruppo parlamentare e dalla direzione del partito, i documenti sottoposti oggi ai delegati – una presa di posizione sui ‘Grandi assi per una politica europea forte’ e una risoluzione sulla libera circolazione – confermano le ‘linee rosse’ del Plr: una di queste è la “garanzia delle attuali misure di accompagnamento”. Il partito, recita la risoluzione, “sostiene le misure fiancheggiatrici nella loro forma attuale (...). Il Plr respinge tuttavia qualsiasi inasprimento ed è convinto che (...) sono necessarie e devono essere rigorosamente applicate”.

Non è proprio quanto ha affermato Cassis. Wehrli taglia corto: «Alcuni – dice il vodese – cercano di far vedere che esiste una differenza tra quello che c’è nel nostro documento sulla politica europea e quanto ha detto Cassis. La realtà è che non c’è alcuna differenza».

Questione di sfumature, forse. Il ministro degli Esteri ha evocato la possibilità di dimezzare da otto a quattro giorni – grazie a una app – il termine di preavviso che le aziende europee devono osservare per lavorare in Svizzera. Secondo Wehrli, le dichiarazioni del ticinese non cambiano una virgola alla sostanza: «Si limitano agli strumenti: se la notifica dev’essere inviata per posta o via smartphone, non conta. È la questione di fondo – la lotta contro il lavoro nero, il dumping sociale e salariale – a contare, e questa non è messa in discussione. Nel Plr, al di là delle diverse sensibilità tra una regione linguistica e l’altra, siamo tutti sulla stessa linea, a cominciare da Ignazio Cassis». Christa Markwalder rincara: «Alla fine quel che conta è l’obiettivo: se lo possiamo raggiungere con altri mezzi, magari anche con una app per ridurre i tempi della notifica, non vedo perché non se ne debba discutere».

La consigliera nazionale bernese invita a leggere le parole di Cassis «nel loro contesto». Nei negoziati sulle questioni istituzionali l’Ue ha fatto «alcune concessioni [la proposta di un tribunale arbitrale quale istanza chiamata a dirimere le controversie, ndr]. La domanda che si pone è quella di sapere se adesso anche la Svizzera deve offrire qualcosa in cambio». Le misure di accompagnamento? «L’Ue le critica da tempo, ma d’altro canto anche lei ha introdotto misure a protezione del mercato del lavoro. Dobbiamo capire se anche la Svizzera in futuro potrà proteggere il proprio mercato del lavoro con misure fiancheggiatrici eurocompatibili», dice Markwalder.

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