Svizzera

Latte macchiato

Consumo in calo, cattiva reputazione: il prodotto in Svizzera è sempre meno apprezzato

((Ti-Press))
14 maggio 2018
|

Gli svizzeri consumano sempre meno latte, ciò che ha conseguenze potenzialmente gravi per la salute dei bambini: lo riferisce la ‘SonntagsZeitung’.

Se nel 1950 nella Confederazione veniva bevuta una quantità di latte annua pari a 233 chilogrammi a testa, il volume è sceso a 57 chili nel 2017, spiega il domenicale rifacendosi alle ultime cifre dell’organizzazione di categoria Swissmilk. Si tratta del livello più basso mai registrato.

Il calo si spiega con diversi motivi. Hanno avuto un impatto le discussioni sui grassi e sul colesterolo lanciate negli anni Ottanta e Novanta; poi è arrivato lo scandalo della mucca pazza; da dieci anni è di moda l’intolleranza al lattosio; e ora si parla di alimentazione vegana.

Swissveg, l’associazione che promuove il veganismo in Svizzera, lotta con veemenza contro il latte vaccino. Ma secondo la scienza dominante non vi è ragione per considerare non sano il prodotto. “Non vi è alcuna evidenza scientifica” in questo senso, afferma – citato nell’articolo – Raoul Furlano, primario all’ospedale pediatrico basilese.

La raccomandazione ufficiale della Società svizzera di nutrizione (Ssn) è la seguente: tre porzioni di latte o di prodotti a base di latte al giorno. Consumato in queste proporzioni, il latte non è “né dannoso, né vi rende grassi”, dice Barbara Walther, esperta in materia presso l’istituto di ricerca agricola Agroscope.

Sempre più spesso inoltre bambini vengono portati dal dottore o da dietologi per carenze alimentari provocate da genitori che non vogliono dare da bere latte ai loro figli, riferisce la ‘SonntagsZeitung’. A questo proposito, Oltralpe sono già dovute intervenire anche le autorità di protezione dei minori.

Ma il fenomeno riguarda tutte le fasce d’età, non solo i bambini. “Come per l’isteria da glutine, il latte è sempre più additato come responsabile di una molteplicità di malanni psicosomatici non specifici”, afferma Oswald Hasselmann, primario all’Ospedale pediatrico della Svizzera orientale. L’ostilità nei confronti del latte sfiora il “grottesco”, aggiunge il medico, riferendosi a quei “giovani adulti in preda alla mania per il fitness che acquistano a caro prezzo proteine in polvere, in buona parte costituite da latte in polvere, e che al contempo hanno un’avversione per il latte”.
Negli ultimi dieci anni, scrive la ‘SonntagsZeitung’, i produttori di latte hanno speso circa 200 milioni in costose campagne marketing e altro per ridare lustro al loro prodotto. Con risultati a quanto pare deludenti. Ora pensano di lanciare una nuova, vasta campagna. Obiettivo: mostrare in spot tv e opuscoli che le vacche elvetiche sono sane e felici. Basterà?

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔