Svizzera

La scienza contro l'industria del tabacco

Fumo e pubblicità: per accademici, esperti e medici svizzeri l’avamprogetto di legge sui prodotti del tabacco è ‘un vero e proprio inganno’

((foto Ti-Press))
24 marzo 2018
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La nuova legge sul tabacco proposta dal Consiglio federale “illustra in modo drammatico i limiti del nostro sistema di milizia e il predominio delle lobby nel dibattito pubblico. In un periodo in cui si parla sempre più di disinformazione e di manipolazione dei fatti, è necessario difendere le decisioni politiche in base a prove scientifiche. Adottare questo avamprogetto di legge (...) sarebbe altrettanto inaccettabile quanto negare il riscaldamento climatico”. È con una “insolita” presa di posizione che accademici, esperti e medici svizzeri – in genere più discreti – marcano presenza nel dibattito riguardante la pubblicità dei prodotti del tabacco. Obiettivo: evitare che si legiferi in modo troppo accondiscendente nei confronti dell’industria.

La denuncia è della Scuola svizzera di sanità pubblica (Ssph+) ed è sostenuta dall’Accademia svizzera delle scienze, da diversi istituti universitari, da centri ospedalieri, dalla Fmh e da associazioni di medici. Per loro la conclusione è “senza appello”: il testo proposto è un “vero e proprio inganno”. La normativa – si legge in una nota diffusa ieri – punta unicamente a proteggere l’industria del tabacco e i settori commerciali, senza prendere in considerazione l’interesse pubblico e i diritti fondamentali.

La prima versione del disegno di legge era naufragata in parlamento nel 2016 principalmente a causa del divieto di pubblicità per il tabacco voluto dal Consiglio federale. Nel progetto riformulato, la cui consultazione è scaduta ieri, i divieti di pubblicità nei cinema, mediante manifesti e sulla stampa a pagamento sono stati eliminati. La pubblicità sarà per contro vietata su internet e sui giornali gratuiti, canali facilmente accessibili ai giovani. Il nuovo disegno riprende gli elementi non controversi del primo progetto, come il divieto di vendita di sigarette ai minorenni e l’autorizzazione della vendita di e-sigarette con nicotina.

La nuova legge, una volta definita dal Consiglio federale, non avrà vita facile in parlamento. Per la destra le restrizioni in materia di pubblicità continuano ad essere eccessive; per la sinistra il governo si è piegato al volere delle lobby. L’Udc ritiene questi ulteriori divieti contrari alla volontà del legislativo. Il partito se la prende pure con la proibizione della pubblicità nei punti di vendita in determinate zone (nei chioschi accanto ai dolciumi, ad esempio). Secondo il Plr, con il pretesto del divieto della pubblicità mirata ai minorenni, si vogliono imporre divieti più ampi: il governo, stando al mandato affidatogli dal parlamento, deve accontentarsi di proibire la pubblicità diretta esplicitamente ai minori.

Il Ppd reputa invece che il nuovo progetto risponda sostanzialmente alle richieste del parlamento. Dal canto suo, il Pvl accoglie favorevolmente il fatto che il nuovo disegno di legge si concentri sui punti critici, come la protezione dei giovani e le sigarette elettroniche.

Dure le critiche da sinistra. I Verdi deplorano “l’estrema prudenza” del Consiglio federale in termini di restrizioni di pubblicità e sponsorizzazione. Solo un divieto generale della pubblicità per il tabacco può essere davvero efficace per proteggere i giovani. E anche la sponsorizzazione di manifestazioni culturali e sportive da parte dell’industria va vietata. Il Ps è del parere che il governo si sia piegato di fronte alla lobby del tabacco. Nella lotta contro le conseguenze del tabagismo è un “grande passo indietro”.

Critiche analoghe giungono da Dipendenze Svizzera e dalle organizzazioni Lega polmonare, Lega contro il cancro, Pro Juventute, Fondazione svizzera di cardiologia e da vari centri d’informazione cantonali per la prevenzione del tabagismo. Se la volontà del governo si concretizza, i bambini e gli adolescenti resteranno pienamente esposti a un marketing aggressivo per il tabacco, afferma Dipendenze Svizzera chiedendo un divieto assoluto della pubblicità per il tabacco e di sponsorizzazione di eventi pubblici o privati. La stessa richiesta è oggetto di un’iniziativa popolare appena lanciata (cfr. ‘laRegione’, 21 marzo 2018).

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