Svizzera

Contro la No Billag 5000 artisti svizzeri, fra cui Zappa, Pusterla, Bernasconi. Lanciato un appello

7 gennaio 2018
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Oltre 5000 artisti svizzeri si stanno mobilitando per difendere la SSR dall’iniziativa "No Billag", che mira a eliminare il canone radio-TV. In nome della diversità culturale della Svizzera, chiedono al popolo di respingere il testo in votazione il prossimo 4 marzo.

L’appello pubblicato sul sito www.no-culture.ch è stato sottoscritto da cineasti, comici, musicisti, compositori, scrittori, traduttori di letteratura e ballerini, si legge in un comunicato odierno dei responsabili della campagna coordinata dalla Cooperativa degli artisti interpreti SIG e dalla società di gestione che tutela i diritti di protezione affini della Svizzera e del Lichtenstein Swissperform.

"No Billag" minaccia SSR, le 13 emittenti televisive regionali e 21 radio locali, si legge nell’appello pubblicato sul sito. "Questo non mette in discussione solo la libertà di opinione, ma anche la tradizione culturale della Svizzera: dalla musica folcloristica alla tecno music, da ’Il becchino’ fino al lungometraggio, dalla serie poliziesca al Festival dell’umorismo".

"La SSR non è perfetta ed è necessario proseguire le discussioni sul servizio pubblico", affermano i firmatari, aggiungendo che vogliono partecipare a tali discussioni. Per poterlo fare "abbiamo bisogno di trattare con partner aventi un pubblico mandato, cosa che può avvenire solo se i media sono finanziati tramite un canone".

L’appello lanciato oggi è sostenuto anche da oltre 50 organizzazioni, fondazioni e associazioni culturali regionali e nazionali.

Alcune dichiarazioni: Marco Zappa, Fulvio Bernasconi, Fabio Pusterla

Marco Zappa: «Io sono a favore di un servizio informativo pubblico, democratico, libero, aperto al mondo e che sappia essere fedele al paese e alle culture che rappresenta, e per questo preferisco pagare un canone, e mantenere il più possibile un’indipendenza da gruppi editoriali privati».

Fulvio Bernasconi: «L’iniziativa No Billag vuole fare sparire la radio e la televisione pubbliche. L’iniziativa attacca l’idea stessa della democrazia partecipativa e del bene comune dei cittadini, due dei valori fondanti dell’identità svizzera».

Fabio Pusterla: «La Radio e la Televisione Svizzere sono un prezioso veicolo di promozione culturale, di dialogo e di apertura. Perché demolire qualcosa di essenziale e di utile senza nessuna ragione concreta? Sarebbe un suicidio culturale».

 (ATS)

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