Svizzera

Sono stati loro

10 dicembre 2017
|

Berna – La Svizzera è stata inserita nella “lista grigia” dell’Unione europea all’ultimo momento a seguito di un intervento del Liechtenstein. L’iscrizione nell’elenco dei Paesi da tenere sotto osservazione per assicurarsi che cambino la loro legislazione fiscale ha comunque un impatto “irrilevante” sulla piazza finanziaria elvetica, secondo il consigliere federale Ueli Maurer. Di tutt’altro parere Johann Schneider-Ammann che si è detto irritato dalla decisione di Bruxelles.
La Confederazione non figurava nella lista fino al giorno prima dell’annuncio di Bruxelles, secondo le informazioni raccolte dalla ‘Nzz am Sonntag’ e confermate dal Dipartimento federale delle finanze. Nell’elenco delle nazioni “sotto sorveglianza” era invece citato il Principato. I diplomatici di Vaduz sono quindi intervenuti presso l’Ue per chiedere una parità di trattamento con Paesi simili e – a sorpresa – nella lista grigia resa nota martedì è stata inserita anche la Confederazione.
L’ambasciatrice del Principato a Berna, convocata dal ministro delle finanze Ueli Maurer, deplora che entrambi i Paesi figurino nell’elenco e nega un intervento da parte del Principato.
Maurer, in un’intervista pubblicata dai domenicali ‘Zentralschweiz am Sonntag’ e ‘Ostschweiz am Sonntag’, ha affermato che vi è nessuna ragione di includere la Confederazione in questa Watch List, e che comunque non ci sono segnali che la piazza finanziaria elvetica sia maggiormente sotto pressione o subisca effetti negativi per questa ragione. Per molte società estere la Svizzera rimane un luogo ideale in cui operare grazie alla stabilità, alla sicurezza e all’affidabilità che la contraddistinguono, ha affermato Maurer.
Secondo Johann Schneider-Ammann invece l’Unione europea ha voluto “richiamare ai suoi doveri” la Confederazione, dopo la bocciatura della Riforma III delle imprese che prevedeva, fra le altre cose, di abolire gli statuti fiscali speciali. Interrogato nel corso della trasmissione ‘Samstagsrundschau’ della Srf, il ministro dell’economia si è dichiarato irritato da questa decisione, “non necessaria.
Nella “lista nera” dei paradisi fiscali Bruxelles ha inserito 17 nazioni.Altre 47 Paesi, che si sono invece impegnati a modificare la loro legislazione fiscale, sono invece state inserite nella “lista grigia” dei Paesi da tenere sotto osservazione per assicurarsi che facciano quanto promesso.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔