Svizzera

Chi è condannato per abusi su minori non potrà più lavorare con i bambini

(©Ti-Press / Gabriele Putzu)
18 settembre 2017
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Chiunque sia stato condannato per abusi sessuali non potrà più lavorare a contatto con dei bambini. È quanto prevede la legge di applicazione all’iniziativa popolare di 'Marche Blanche' adottata lunedì dal Consiglio degli Stati per 26 voti a 12 e 4 astenuti. Per rispettare il principio di proporzionalità, i giudici godranno tuttavia di un margine di manovra. Il dossier ora andrà al Nazionale.

Messa in votazione, il 18 maggio 2014, l’iniziativa di 'Marche Blanche' aveva fatto il pieno di voti. Alla chiusura dei seggi i "sì" erano stati il 63,5 per cento. Tutti i Cantoni si erano detti a favore, Ticino e Romandia in testa. L’iniziativa chiede di pronunciare obbligatoriamente l’interdizione a vita di esercitare un’attività professionale od onorifica in contatto con giovani per chi ha subito una condanna per reati sessuali commessi su minori. La legge di applicazione ha dato parecchio filo da torcere alle autorità. Nel corso della sua elaborazione, il Consiglio federale ha inasprito il testo, pur tenendo conto del principio di proporzionalità. No quindi a un divieto a vita assoluto poiché sarebbe in contraddizione con lo Stato di diritto.

Una minoranza avrebbe voluto non entrare nel merito della proposta di legge, lasciando invece ai tribunali l’onere di applicare il nuovo articolo costituzionale, così come adottato dal popolo. Il relatore della commissione, 'senatore' Fabio Abate, ha tuttavia dichiarato che "non è nella cultura di questa Camera non affrontare i problemi". La maggioranza ha poi respinto la non entrata nel merito per 35 voti a 7, sostenendo la necessità di formulare una legge il più aderente possibile all’iniziativa, dando così ai giudici una bussola cui orientarsi. Nel corso del dibattito, il plenum ha inserito varie novità rispetto al progetto governativo. La legge fa la distinzione tra due tipi di divieti: uno riguarda le attività con minori sotto i 16 anni e l’altro mira a proteggere gli adulti. La ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga ha fatto notare che la soluzione scelta dai 'senatori' è silente per quanto riguarda i giovani d’età compresa tra i 16 e i 18 anni.

In futuro, un giudice che condanna una persona per atti sessuali su minori o persone incapaci di intendere e volere dovrà vietargli vita natural durante qualsiasi attività a titolo professionale o onorifico con persone che ricadono in queste due categorie. Sono quindi comprese le attività legate alle professioni sanitarie e che implicano contatti diretti con i pazienti. Questa sanzione si applicherà a prescindere dalla pena inflitta e per un catalogo preciso di delitti. Dalla lista è stato tolto per esempio l’esibizionismo.

 Il progetto è assai più severo del giro di vite adottato dal Parlamento prima della votazione sull’iniziativa popolare. Col controprogetto indiretto in vigore da inizio gennaio 2015, il divieto di esercitare una professione dopo una condanna per abusi sessuali è già stato esteso alle attività extra professionali in seno ad associazioni e altre organizzazioni. Il divieto a vita può già essere inflitto, così come la proibizione ad avvicinarsi a una determinata persona. Ats

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