Svizzera

Sonko, arrestato in Svizzera, resta in carcere

31 agosto 2017
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Il Tribunale federale ha confermato il prolungamento della detenzione preventiva per l’ex ministro dell’Interno del Gambia, Ousman Sonko, sospettato di crimini contro l’umanità. I giudici di Losanna hanno respinto un suo ricorso contro la decisione annunciata a giugno dal Tribunale penale federale (Tpf) di Bellinzona.

La sentenza pubblicata oggi si riferisce al prolungamento fino al 25 luglio scorso, che era stato chiesto in aprile dal Ministero pubblico della Confederazione. Nel frattempo la Procura federale ha esteso l’indagine penale ad altri reati e ha ottenuto una ulteriore proroga fino al 25 ottobre. Quest’ultima non è trattata nella presente sentenza, fa notare il Tf in un comunicato.

Secondo il tribunale di Losanna il Tpf, sulla base delle indagini condotte fino alla sua decisione, poteva a giusta ragione ammettere l’esistenza di sospetti sufficienti riguardo ai crimini contro l’umanità rimproverati a Sonko. Il 48enne africano, rammenta il Tribunale federale, è sospettato di essere responsabile di atti di tortura commessi dalle forze di polizia e dal personale carcerario a lui sottoposti, oppure da gruppi ad essi legati, quando era ministro dell’Interno sotto il regime del presidente Yahya Jammeh, tra ottobre 2006 e settembre 2016.

Ousman Sonko, comandante della guardia presidenziale gambiana nel 2003 e poi ministro dell’Interno tra il 23 ottobre 2006 e il 19 settembre 2016, si è rifugiato lo scorso novembre in Svizzera. Il 26 gennaio è stato arrestato a Lyss (BE), dove soggiornava in un centro di transito per richiedenti asilo, su denuncia di Trial, la Ong con sede a Ginevra che si occupa di lottare contro l’impunità per crimini internazionali. L’organizzazione lo accusa di essere stato un elemento chiave nel regime repressivo di Yahya Jammeh, presidente dal Gambia tra il 1996 e il 21 gennaio 2017, quando ha lasciato il paese dopo aver perso le elezioni di dicembre 2016: Sonko sarebbe responsabile di aver ordinato torture, arresti e omicidi nei confronti di oppositori al regime. L’interessato nega su tutta la linea.

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