Svizzera

Credit Suisse vieta transazioni con il Venezuela

(Francesca Agosta)
11 agosto 2017
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Credit Suisse ha vietato ai suoi trader di effettuare transazioni relative al debito del Venezuela e con prodotti finanziari emessi da Caracas. La banca esaminerà più in generale le relazioni con questo Paese per assicurarsi che non vi siano rischi per la sua reputazione.

In un promemoria interno, la seconda banca elvetica chiede ai suoi dipendenti di non trattare due obbligazioni: una emessa nel 2014 dalla società petrolifera pubblica Pdvsa e un’altra proveniente direttamente dal governo, ha precisato oggi all’ats un portavoce della banca confermando quanto riportato dall’agenzia Afp. Credit Suisse chiede ai suoi collaboratori di non avere niente a che fare con tutti i prodotti finanziari emessi dopo il primo giugno 2017 dal governo di Nicolas Maduro. L’istituto esaminerà anche più da vicino tutte le relazioni con il governo venezuelano e le entità a lui collegate per assicurarsi che non vi siano rischi per quanto riguarda la sua reputazione. Lo stesso vale per persone e imprese private: prima di qualsiasi transazione con la banca dovranno ricevere luce verde dal dipartimento rischi di Credit Suisse.

Dal canto suo Ubs ha precisato che l’istituto ha definito uno standard globale, che viene preso in considerazione ogni volta che Svizzera, Onu, Unione Europea o Stati Uniti emettono delle sanzioni. Lo standard è applicato a livello mondiale, spiega il primo istituto bancario elvetico. Queste decisione avvengono all’indomani delle nuove sanzioni finanziarie inflitte dagli Stati Uniti al Venezuela. Sono stati presi di mira vari responsabili, tra i cui il fratello del defunto presidente Hugo Chavez, implicato nella recente istituzione dell’Assemblea costituente, respinta da gran parte della comunità internazionale. Credit Suisse vuole evitare di ritrovarsi nella stessa situazione di Goldman Sachs, criticata alla fine di maggio per aver acquistato obbligazioni emesse da Pdvsa per 2,8 miliardi di dollari (2,7 miliardi di franchi al corso attuale). La banca svizzera era già stata sanzionata in passato dalle autorità di Washington per aver fatto affari con dirigenti e regimi che si trovano nella lista nera statunitense.

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