Svizzera

Iniziativa contro il finanziamento delle armi, in tre mesi raccolte 50mila firme

21 luglio 2017
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A tre mesi dal lancio, l’iniziativa 'Per un divieto di finanziare i produttori di materiale bellico' ha raccolto 50’000 delle 100’000 firme necessarie. Il testo proposto dal Gruppo per una svizzera senza esercito (GSsE), sostenuto anche dai giovani Verdi, vuole vietare alla Banca nazionale svizzera (Bns) e alle casse pensione di investire nelle industrie dell’armamento.

Questo dimostra che c’è una reale preoccupazione, indica in una nota odierna il GSsE. Il testo chiede inoltre che lo Stato incoraggi, sul piano internazionale e nazionale, la fine del finanziamento delle armi da parte di banche e assicurazioni elvetiche. “La gente non accetta che la Bns o le casse pensione investano nelle società che producono armamenti. Con le loro firme vogliono che il commercio di materiale bellico finisca”, rileva Eva Krattiger, segretaria di GSsE e membro del comitato dell’iniziativa, citata nel comunicato.

La raccolta firme era iniziata lo scorso 11 aprile con un’azione dell’attivista 86enne Louise Schneider, che aveva scritto con lo spray “I soldi per le armi uccidono” su una palizzata del cantiere di ristrutturazione della BNS a Berna.

L’elevato numero di adesioni raccolte dagli iniziativisti inizia a mettere pressione sulla Bns, si legge nella nota. Tuttavia “per raggiungere le 100’000 firme ci vuole ancora un grande sforzo” sottolinea Krattiger.

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