Svizzera

I bambini svizzeri sono piccoli risparmiatori 

(Gabriele Putzu)
12 luglio 2017
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Una grande maggioranza di bambini accantona regolarmente almeno una parte della paghetta, senza nessuna imposizione da parte dei genitori.

In base a uno studio del Crédit Suisse, i figli sono spesso più giudiziosi di quanto pensino molti genitori. Le cifre che i genitori affidano ai figli sono generalmente abbastanza esigue: 14 franchi al mese in media per un ragazzo di 10 anni e 23 franchi per un 12enne.

Di regola i giovani possono disporre liberamente di queste somme, stando allo studio pubblicato oggi. L’indagine della grande banca – si legge in una nota – si basa su due sondaggi separati, condotti dagli istituti amPuls e sotomo, con interviste a più di 14’000 adulti di tutte le regioni linguistiche: circa la metà degli intervistati aveva almeno un figlio fra i 5 e i 14 anni d’età.

Dall’inchiesta emerge che i bambini affrontano per la prima volta con i genitori argomenti legati al denaro all’età di sei anni. A sette anni possono effettuare per la prima volta piccoli acquisti in autonomia e a dieci ricevono doni pecuniari. Devono poi passare solitamente altri sei anni fino al prossimo importante traguardo, ossia l’uso di una carta bancaria.

I tempi possono tuttavia variare tra le varie regioni linguistiche. Il 91% dei genitori intervistati ritiene che l’educazione finanziaria dei figli sia un compito un primo luogo di loro competenza, che non deve essere quindi delegato alla scuola.

E i genitori?

I genitori della Svizzera romanda iniziano più tardi a versare una paghetta ai figli rispetto a quelli della Svizzera tedesca. Ancora più tardivi e "oculati" si dimostrano i ticinesi.

L’indagine dell’istituto di credito fa emergere, accanto a un "Röstigraben", anche un cosiddetto "Polentagraben". Nella Svizzera tedesca il 63% dei bambini di 7 anni riceve la paghetta, contro soltanto il 18% in Romandia.

In Ticino i genitori riconoscono invece ai propri figli la capacità di usare del denaro soltanto a partire dagli 8 anni d’età. Le somme concesse sono inoltre più modeste. I genitori dei cantoni germanofoni sono più rigorosi con i pargoli: di regola non concedono anticipi quando questi hanno finito i soldi. E se lo fanno, soltanto in cambio di lavoretti in casa o in giardino.

Nei cantoni "latini" i bambini ottengono più spesso degli aiuti supplementari: "in questo modo familiarizzano fin da piccoli con il principio dell’indebitamento", ha sottolineato davanti alla stampa Michael Hertmann, responsabile dell’istituto sotomo, che ha realizzato lo studio per conto di CS.

(Ats)

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